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Polemiche sulla sicurezza al Tpi dopo il suicidio shock

Il suicidio in diretta di Slobodan Praljak KEYSTONE/AP ICTY/STR sda-ats

(Keystone-ATS) Dopo il suicidio shock in diretta tv di Slobodan Praljak – che ieri si è tolto la vita platealmente ingerendo una sostanza letale nell’aula del Tribunale penale dell’Aja – montano le polemiche sull’affidabilità delle misure di sicurezza all’interno del Tpi.

La domanda che tutti si pongono è come l’ex generale si sia procurato il veleno e in che modo sia riuscito a introdurre nell’aula del Tribunale la bottiglietta con il contenuto mortale che ha trangugiato in un sorso solo e davanti alle telecamere. Il suo avvocato Nika Pinter ha detto oggi di non sapere nulla al riguardo.

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In dichiarazioni alla tv pubblica croata, Pinter ha affermato di aver solo parlato al telefono con Praljak prima di vederlo nell’aula di udienze dove poi ha compiuto il gesto estremo. Secondo il legale, le misure di sicurezza al Tribunale dell’Aja sono “davvero molto severe”.

Un’indicazione tuttavia sul come la fatidica bottiglietta di veleno sia potuta entrare nell’aula del Tpi è venuta da un ex detenuto del carcere del Tribunale dell’Aja. Al portale bosniaco Klix.ba la fonte, anonima, si è detta convinta che a dare a Praljak la bottiglietta di veleno sia stato o uno degli imputati già condannati e detenuti nel carcere del Tpi a Scheveningen, sui quali a suo avviso i controlli sono meno stretti, o una delle guardie in servizio al Tribunale, che sono mal pagate e che farebbero facilmente una cosa del genere per denaro.

Intanto, in attesa che sul corpo dell’ex generale suicida venga effettuata l’autopsia, si rende onore all’ex generale suicida con lumini, candele, preghiere e messe in suffragio.

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