Ampio fronte contro l’elezione popolare del governo
Per l'iniziativa che chiede di far eleggere dal popolo il governo svizzero si profila una bocciatura alle urne il 9 giugno. Aperto appare invece l'esito del voto sulla revisione della legge sull'asilo. Attualmente, i sì sono maggioritari, ma la quota di indecisi è relativamente elevata.
Nel 1997 l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) conseguiva un successo dopo l’altro. Il leader e stratega del partito Christoph Blocher inveiva contro la “classe politica” e l’accusava di fare una politica che non rispondeva alle necessità della gente.
Blocher era popolare. Voleva accedere al governo, ma sapeva che il parlamento – cioè la “classe politica” – non lo avrebbe eletto, mentre il popolo molto probabilmente sì. L’UDC aveva quindi pensato di lanciare un’iniziativa per fare eleggere il governo svizzero non più dal parlamento, bensì dal popolo.
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Iniziativa popolare
Tuttavia, sei anni dopo, il parlamento ha eletto Blocher al Consiglio federale (governo svizzero). L’iniziativa è dunque stata messa in un cassetto. Ma nel 2007 il parlamento non lo ha riconfermato. In seguito alla sua estromissione dall’esecutivo elvetico, l’iniziativa “Elezione del Consiglio federale da parte del popolo” è tornata d’attualità. L’UDC l’ha lanciata con successo. Così il prossimo 9 giugno sarà sottoposta a scrutinio popolare.
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1° sondaggio gfs.bern/SSR
Sola contro tutti
I tempi sono però cambiati, secondo quanto indica il sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bern su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SSR. Se la votazione avesse avuto luogo ora, infatti, avrebbe raccolto soltanto il 25% di sì, contro il 67% di no. L’8% degli intervistati dall’istituto di ricerche demoscopiche non sa invece ancora come voterà.
Colpisce inoltre il fatto che nemmeno la base dell’UDC sostiene all’unanimità l’iniziativa: il 38% afferma di essere “sicuramente” o “piuttosto” contrario. Solo il 26% è “sicuramente” favorevole. Quanto agli elettori di tutti gli altri partiti, la respingono seccamente.
L’iniziativa si scontra con “una vasta opposizione”, dice il direttore del gfs.bern Claude Longchamp. Nel voto del 9 giugno probabilmente l’UDC si ritroverà “sola contro tutti non unicamente in parlamento, ma anche in seno alla popolazione”, osserva il politologo.
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Chi deve eleggere il governo svizzero?
Forte polarizzazione
Allo stato attuale, non c’è la certezza assoluta che alle urne l’iniziativa sarà travolta da una valanga di no. Ma i risultati dell’indagine demoscopica contengono sufficienti elementi che fanno prevedere un chiaro rifiuto, puntualizza l’esperto di sondaggi. La maggioranza degli intervistati è d’accordo che le elezioni degli esecutivi da parte del popolo a livello comunale e cantonale hanno dimostrato di funzionare bene. Dunque su questo punto concorda con l’argomento dei promotori dell’iniziativa. Al contempo, però, la maggioranza in generale è soddisfatta del sistema delle elezioni federali e non vede alcuna necessità di cambiarlo.
Inoltre, è largamente condiviso l’argomento principale degli oppositori a un’elezione popolare, secondo i quali ci sarebbe il rischio di una campagna elettorale permanente da parte dei consiglieri federali per farsi riconfermare, a scapito del loro lavoro ministeriale.
In questa iniziativa l’UDC non può contare sulla diffidenza di ampie fasce di popolazione, afferma Longchamp. Essa polarizza talmente fortemente le opinioni da “non trovare alcuna maggioranza che la segua”.
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La battaglia sull’asilo riprende dinnanzi al popolo
Una campagna decisiva
Aperto è l’esito del voto sulle modifiche urgenti della legge sull’asilo. Attualmente dal sondaggio emerge una maggioranza di sì alla revisione legislativa: il 45% degli intervistati si è detto “sicuramente” o “piuttosto” favorevole, mentre il 29% si è dichiarato contrario. Ma ben il 23% è ancora indeciso. “La proposta ha certamente delle probabilità di essere accettata. Ci aspettiamo più un sì che un no”, dice Longchamp. Decisiva sarà tuttavia la campagna per il voto, che non è ancora realmente iniziata. Molto dipenderà anche da quanto sarà populista.
Tra i dati emersi dal sondaggio da segnalare anche la maggiore volontà di partecipare al voto tra gli elettori dei partiti di sinistra e dell’UDC rispetto a quelli dei partiti del centro. Il processo di formazione delle opinioni su questo tema è ancora all’inizio, precisa Longchamp. Ma la decisione sarà determinata più dall’atteggiamento degli elettori verso il sistema di asilo in generale che non dalle opinioni sulle modifiche specifiche in questione. In sintesi: chi nel campo dell’asilo vede soprattutto problemi, voterà sì.
Popolari democratici divisi
Secondo il sondaggio, l’argomento dei sostenitori che fa maggiormente presa è che la Confederazione necessita di strumenti più incisivi in materia di asilo. L’argomento più forte degli avversari è che mantenendo la possibilità di chiedere asilo nelle ambasciate svizzere si possa arginare il traffico dei passatori.
Per ora la maggioranza degli elettori dei partiti di sinistra rosso-verdi è contraria al proposto inasprimento della legge sull’asilo, mentre la maggioranza di quelli dell’UDC e del Partito liberale radicale, così come dei senza partito, è favorevole alla revisione. Risultano invece divisi gli elettori del Partito popolare democratico.
Per l’indagine demoscopica, l’istituto gfs.bern ha intervistato, tra il 22 e il 27 aprile, un campione rappresentativo di 1’202 persone con diritto di voto, ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera.
Per ragioni legate alla protezione dei dati, le autorità non mettono più a disposizione le coordinate degli svizzeri residenti all’estero, che perciò non sono più presi in considerazione nei sondaggi condotti su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR in vista di votazioni federali.
Il margine di errore è di
±2,9 punti percentuali.
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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