Walter Kälin, rappresentante del segretario generale dell'ONU per i diritti umani dei profughi interni, ha chiesto alle autorità irachene di introdurre una moratoria alle espulsioni di persone sfollate. Quasi mezzo milione di persone vivono in alloggi provvisori in Iraq.
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swissinfo.ch e agenzie
L’incaricato svizzero delle Nazioni unite ha lanciato un appello al governo di Bagdad al termine di una visita di una settimana in Iraq, durante la quale ha incontrato tra l’altro il primo ministro e ministri degli affari esteri, delle migrazioni e dei diritti umani. “Chiedo alle autorità irachene di porre fine alle espulsioni fino a quando sarà adottata una strategia per reintegrare gli sfollati o per trovare soluzioni accettabili per queste persone”, ha reso noto Walter Kälin in un comunicato pubblicato giovedì.
Secondo le cifre fornite dal governo iracheno, circa 1,5 milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case dal 2006 in seguito alla violenza che insanguina il paese. Attualmente mezzo milione di persone vivono in condizioni estremamente precarie nelle bidonville e in edifici pubblici di Bagdad e nelle altre regioni del paese. Sovraffollati, gli alloggi non dispongono in molti casi di servizi pubblici e acqua potabile.
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