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Il PPD rivendica il dipartimento di Leuenberger

Riuniti a Cham, nel canton Zugo, i delegati del Partito popolare democratico (PPD) si sono espressi in favore della revisione della Legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (LADI), in votazione il 26 settembre. Per il presidente del partito di centro Christophe Darlbellay, Doris Leuthard dovrebbero riprendere in mano il Dipartimento dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni.

“Desidererei vedere Doris Leuthard alla testa di questo dipartimento”, attualmente diretto da Moritz Leuenberger, ha dichiarato a Zugo il presidente del Partito popolare democratico, Christophe Darbellay in apertura del congresso del partito. Riguardo all’elezione al Consiglio federale del 22 settembre, “il PPD mantiene aperte tutte le opzioni”, ha sottolineato Darbellay, lasciando ancora aperta la possibilità di far scendere in corsa un candidato del proprio partito per contendere il seggio liberato dal socialista Leuenberger o dal radicale Merz. A suo avviso, riprendere un secondo seggio in governo resta in ogni caso “un obiettivo strategico” per il PPD. A tale scopo, i vertici del partito di centro intendono condurre discussioni con l’Unione democratica di centro (UDC), il Partito liberale radicale (PLR) e il Partito socialista (PS). “Vogliamo conoscere il contenuto dei dibattiti tra i radicali e i socialisti” e sapere quali promesse e quali concessioni il PLR fa alla sinistra, ha dichiarato Darbellay.

A Cham, i delegati del Partito popolare democratico (PPD) si sono espressi in favore della revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), sottoposta il 26 febbraio a votazione federale. La presa di posizione non desta sorpresa. Il presidente del PPD Christophe Darbellay ha ricordato che il partito ha ampiamente contribuito all’elaborazione della revisione. L’opposizione interna è venuta dall’ala cristiano sociale. Questa ha condiviso il punto di vista della consigliera nazionale socialista Maria Roth-Bernasconi, invitata per difendere la posizione dei “no”.

swissinfo.ch agenzie

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