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Prezzi alla produzione e all’importazione in sensibile aumento

Ad aumentare sono in particolare i prodotti provenienti dall'estero. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) I prezzi alla produzione e all’importazione si confermano in sensibile aumento in Svizzera.

In luglio il relativo indice calcolato dall’Ufficio federale di statistica (UST) si è attestato a 103,2 punti, con una progressione dello 0,5% rispetto a giugno e un incremento del 3,3% in confronto allo stesso periodo del 2020.

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Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione – che mostra l’evoluzione dei prodotti indigeni – si è assistito a una crescita rispettivamente dello 0,3% (mese) e del 2,1% (anno), con un indice a 101,9 punti. Nel confronto con giugno sono diventati più cari i prodotti metallici e quelli petroliferi; costavano invece di meno le apparecchiature elettromedicali.

Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all’importazione, presenta un incremento di rispettivamente lo 0,7% e il 5,9% (nel luglio 2020 i prezzi erano scesi per effetto della pandemia), con un indice a 106,0. Anche in questo caso si è dovuto pagare di più per metalli e prodotti petroliferi, nonché per il gas; meno cari sono invece risultati ortaggi e patate.

L’indice dei prezzi alla produzione e all’importazione è un indicatore congiunturale che riflette l’andamento dell’offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegavano gli specialisti di Neuchâtel in una pubblicazione di qualche tempo fa. Rappresenta quindi l’espressione del concorso di vari fattori, tra i quali in particolare i cambiamenti in atto nelle strutture di mercato, nelle condizioni generali, nella produttività, nei tassi di cambio e nella globalizzazione economica.

Il dato è considerato un indicatore importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l’inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia ha oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.

Come noto il tema del ritorno dell’inflazione figura attualmente fra i più dibattuti dagli esperti. Vi è chi ritiene – è il caso delle banche centrali – che il rincaro sia solo di natura temporanea e che la situazione si stabilizzerà nel 2022. Non mancano però anche le voci di chi tratteggia scenari assai meno favorevoli, con tassi di inflazione che non si vedevano da decenni ed effetti a cascata sull’intera economia mondiale.

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