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​​È una buona idea sostituire lo zucchero con i dolcificanti?​

Donna mette dolcificante nel caffè
Il 14 luglio, l'agenzia per la ricerca sul cancro dell'OMS ha classificato per la prima volta il popolare dolcificante aspartame come "probabilmente cancerogeno per l'essere umano". Lea Paterson / Keystone

L'Organizzazione mondiale della sanità ha classificato l'aspartame, un dolcificante artificiale comunemente usato nelle bevande analcoliche e negli alimenti trasformati, come "possibilmente cancerogeno per l'essere umano". Due scienziate svizzere stanno testando delle alternative che potrebbero portare più benefici che rischi. 

Tutti e tutte abbiamo creduto di aver trovato un’alternativa più sana allo zucchero: milioni di persone malate di diabete – 500’000 solo in SvizzeraCollegamento esterno – o stanche di lottare contro la tentazione onnipresente degli zuccheri. Ci siamo affidati ai dolcificanti artificiali per ​addolcire​ cibi e bevande senza incidere troppo sui nostri livelli di zucchero nel sangue o sull’apporto calorico giornaliero. Nell’ultimo decennio, l’industria alimentare ha cavalcato quest’onda, aggiungendoli a un numero sempre crescente di prodotti. Già nel 2019, la quantità di dolcificanti non nutritivi consumati per personaCollegamento esterno rispetto al 2007 era aumentata a livello globale del 36% nelle bevande e del 3% negli alimenti confezionati. 

Ma a maggio di quest’anno, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) aveva lasciato l’amaro in bocca a tante consumatrici e consumatori, pubblicando delle nuove linee guidaCollegamento esterno che sconsigliano l’uso dei dolcificanti. Il 14 luglio, l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’OMS ha classificatoCollegamento esterno per la prima volta il popolare dolcificante aspartame come “possibilmente cancerogeno per l’essere umano”, lasciando però invariato il livello di assunzione giornaliera accettabile.

Diversi studi hanno suggerito che a lungo termine, i dolcificanti causerebbero proprio ciò che promettono di combattere: l’obesità e le malattie croniche, tra cui il diabete. L’attendibilità di questi studi, tuttavia, è fonte di discussione.  

Nel frattempo, in Svizzera, due scienziate stanno conducendo degli studi clinici su due tipi di edulcoranti che sembrano molto promettenti: l’eritritolo e lo xilitolo. 

Una dolcezza che salva i denti 

Bettina Wölnerhanssen, una dottoressa per metà svizzera e metà norvegese, ricorda i primi anni della sua infanzia in Svezia. Dagli anni Cinquanta, nel Paese vige una tradizione chiamata Lördagsgodis o “Sabato dei dolci”. “Era il giorno in cui noi bambine e bambini potevamo mangiare dolciumi e caramelle”, rammenta la scienziata. Il “Sabato dei dolci” nacque come tentativo di limitare il consumo di zucchero e quindi ridurre l’incidenza delle carie, al tempo molto alta in Svezia. Poi, negli anni Settanta, entrò in gioco lo xilitolo. Degli scienziati e delle scienziate finlandesi avevano scoperto che questo alcool dello zucchero, che si trova in alcuni frutti e verdure, non solo non provocava le carie, ma le preveniva.  

​​Anche un altro alcool dello zucchero, l’eritritolo, era già conosciuto per il suo potere dolcificante, il basso contenuto calorico e il fatto che non incidesse negativamente sulla salute dei denti. Ma mentre lo xilitolo era già prodotto e usato da tempo come sostituto dello zucchero, specialmente nei Paesi nordici, l’eritritolo fu autorizzato al commercio solo nel 1990 in Giappone. Da lì in poi, più di sessanta Paesi lo approvarono – l’Unione Europea solo nel 2006 – e la sua popolarità crebbe. ​​​ 

Oltre ad avere praticamente zero calorie, l’eritritolo ha una maggiore tollerabilità intestinale rispetto allo xilitolo. Queste caratteristiche lo rendono facilmente adattabile a diverse preparazioni dolci.  

Nel tempo, gli studi su questi alcoli dello zucchero si sono moltiplicati, dimostrando effetti positiviCollegamento esterno sugli animali, come proprietà antidiabetiche e la riduzione della glicemia sia in ratti sani che diabetici. “È a quel punto che ho pensato che forse potevamo dimostrare se ciò accadesse anche negli esseri umani, e con quali meccanismi”, dice Wölnerhanssen. Questo è l’obiettivo del suo gruppo di ricerca dell’ospedale basilese Claraspital. 

Foto delle due ricercatrici
Bettina Wölnerhanssen e Anne Christin Meyer-Gerspach, dirigono insieme il gruppo di ricerca sulle malattie metaboliche presso l’ospedale Claraspital di Basilea. Claraspital

Sazietà senza calorie 

In Svizzera, l’eritritolo e lo xilitolo sono entrati nel mercato solo in anni recenti. “Il nostro gruppo di ricerca è probabilmente l’unico che si interessa a questi dolcificanti in Svizzera”, afferma Wölnerhanssen. Insieme alla collega Anne Christin Meyer-Gerspach, si è fatta un nome a livello internazionale nel 2016 per aver pubblicato la prima ricerca sulle due sostanze. Oltre a studiare ​gli effetti di questi alcoli dello zucchero​ sui livelli di insulina e zuccheri nel sangue, le due scienziate si sono concentrate sul rilascio degli ormoni della sazietà, che segnalano quando dovremmo smettere di mangiare.  

Ogni volta che consumiamo zuccheri, infatti, i livelli degli ormoni della sazietà si alzano – ci sentiamo soddisfatti e ricompensati, e proviamo una sensazione di “pienezza”. Questo non accade con la maggior parte dei dolcificanti artificiali. Sorprendentemente, le due scienziate hanno osservatoCollegamento esterno per la prima volta, su un piccolo gruppo di persone, che l’assunzione di eritritolo e xilitolo provoca il rilascio degli ormoni della sazietà. “Nel cervello viene stimolato il centro della ricompensa, in modo simile allo zucchero”, sostiene Meyer-Gerspach. 

​​Questo potrebbe aiutare le persone obese, che producono meno ormoni della sazietà, a ridurre il senso di fame e l’aumento di peso. A differenza dello zucchero, l’eritritolo e lo xilitolo hanno pochissime calorie. 
 
Attualmente, Wölnerhanssen e Meyer-Gerspach stanno conducendo due studi cliniciCollegamento esterno su adulti e adolescenti per indagare gli effetti dell’eritritolo e dello xilitolo sul modo in cui il corpo assimila gli zuccheri. Diverse ricercheCollegamento esterno condotte negli ultimi anni hanno osservato che l’uso di edulcoranti artificiali molto popolari, specialmente il sucralosio e la saccarina, sarebbe associato con ​​un’alterazione della flora batterica intestinale. Questo potrebbe portare a livelli più alti di zuccheri nel sangue e perciò a un aumento del rischio di sviluppare il diabete e altre malattie. ​​​ 

I risultati preliminari ottenuti da Wölnerhanssen e Meyer-Gerspach sembrerebbero escludere questi effetti indesiderati nel caso dell’eritritolo e dello xilitolo. “Finora non abbiamo rilevato alcun impatto negativo sul metabolismo degli zuccheri e sulla flora intestinale”, dice Wölnerhanssen.​​​     ​ 

Dolcificanti alternativi nel mirino  

Come gli altri sostituti dello zucchero, anche l’eritritolo e lo xilitolo sono entrati nel mirino di alcuni studi.​​​​ Di recente, ​alcuni ricercatori e ricercatrici hanno esaminato la salute cardiaca di oltre 4’000 pazienti negli Stati Uniti e in Europa e hanno scoperto che elevati livelli ematici di eritritolo sono associati a un maggiore rischio di avere un infarto o un ictus. I risultatiCollegamento esterno sono stati pubblicati a febbraio. ​ 

Secondo Wölnerhanssen, lo studio offre alcuni spunti importanti, ma lascia molte domande aperte. La scienziata ritiene che sia molto difficile dimostrare una relazione causale diretta tramite studi in cui si osservano semplicemente gli effetti di sostanze chimiche su un gruppo di persone. “I risultati possono essere influenzati da troppi fattori, soprattutto perché l’eritritolo è prodotto anche dall’organismo umano”, afferma Wölnerhanssen. 

Per gli stessi motivi, la collega Meyer-Gerspach mette in dubbio la validità delle ricerche scientifiche secondo le quali le persone che consumano molti dolcificanti artificiali avrebbero maggiori probabilità di essere in sovrappeso e di soffrire di diabete. “Attualmente non esistono studi che dimostrino chiaramente che i dolcificanti artificiali sono nocivi”, sostiene la dottoressa.      

Sicurezza dei dolcificanti: ci vogliono più studi 

La diatriba sugli effetti dei dolcificanti continua, soprattutto dopo che l’OMS ne ha sconsigliato l’assunzione. ​​Le organizzazioni che rappresentano le aziende produttrici, come l’Associazione internazionale dolcificanti, sostengonoCollegamento esterno che le raccomandazioni dell’OMS non sono scientificamente rigorose, né basate su prove solide. L’Ufficio federale svizzero della sanità pubblica (UFSP) non ha preso posizione sulle raccomandazioni dell’OMS, ma continua a considerare gli edulcoranti “sicuri”.  

Magali Rios-Leyvraz, esperta di epidemiologia nutrizionale e autrice principale dell’analisiCollegamento esterno che l’OMS ha utilizzato come base per la sua valutazione, ha sottolineato in una e-mail che il documento analizza le prove scientifiche più attuali (oltre 283 studi) disponibili su queste sostanze. “Si tratta della revisione più completa mai realizzata sull’argomento”, scrive. Tuttavia, ritiene che siano necessarie ulteriori ricerche per confermare i risultati ottenuti, soprattutto per quanto riguarda gli effetti sulla gioventù e sulle donne in gravidanza. 

L’analisi dell’OMS non include gli alcoli dello zucchero come lo xilitolo e l’eritritolo. Per questo Rios-Leyvraz ritiene che i loro effetti sulla salute dovrebbero essere ulteriormente esaminati.  

Sebbene consigli prudenza nella valutazione delle ricerche sui dolcificanti, Wölnerhanssen sostiene che sarebbe un’illusione credere che non abbiano alcun effetto sul nostro corpo. “Come tutte le sostanze chimiche, non sono inerti”, afferma. La soluzione che propone la scienziata? “Bere più acqua e meno bevande dolci”.  

A cura di Sabrina Weiss e Veronica De Vore

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