Siria: stop elezioni Libano, 1/a volta da guerra civile
(Keystone-ATS) Il Parlamento libanese ha deciso oggi di rinviare di 17 mesi le elezioni politiche che erano in programma il 16 giugno a causa delle tensioni e delle violenze provocate dal conflitto in Siria. È la prima volta che ciò avviene dai tempi della guerra civile (1975-1990).
La nuova data stabilita per il rinnovo del Parlamento, in carica dal 2009, è il 20 novembre 2014, nonostante l’opposizione del presidente della Repubblica, Michel Suleiman, che si era dichiarato favorevole ad un rinvio non superiore ai sei mesi.
A determinare la decisione sono state sia le difficoltà nel trovare un accordo tra le forze politiche sulla nuova legge elettorale – una questione fondamentale per gli equilibri tra le varie componenti confessionali del Paese – sia per le contrapposizioni tra sostenitori e oppositori del presidente siriano Bashar al Assad, che fanno temere un nuovo scoppio generalizzato della violenza in Libano.
Le milizie sciite dell’Hezbollah, filo-siriano e filo-iraniano, sono impegnate in Siria al fianco delle truppe lealiste nella battaglia per la riconquista per la città di Qusayr, dieci chilometri oltre il confine, e razzi lanciati dalla Siria continuano a cadere sul territorio libanese in prossimità della frontiera, specie nelle aree sotto il controllo dello stesso Hezbollah. A Tripoli, nel nord del Paese, una trentina di persone sono rimaste uccise la settimana scorsa in scontri armati tra miliziani sunniti schierati con l’opposizione siriana e alawiti sciiti sostenitori del regime di Damasco.
Ieri sera, in un’intervista alla televisione Al Manar di Hezbollah, Assad ha avvertito che l’incendio che sta investendo la Siria potrebbe “propagarsi” anche al Libano, che le truppe siriane hanno occupato per 29 anni fino al 2005.