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L’autore de «La barca è piena» è deceduto

Il giornalista Alfred A. Häsler, autore del celeberrimo libro-inchiesta «Das Boot ist voll» (La barca è piena), è morto il 7 aprile scorso, ma l'annuncio è stato dato solo il 15 aprile.

Alfred A.Häsler è stato uno dei primi a denunciare la politica dei rifugiati della Svizzera durante la seconda guerra mondiale. Il suo impegno a favore di una politica d’accoglienza dal volto umano, si era tradotta nel libro «Das Boot ist voll», apparso nel 1967.

La fama del suo libro, un’inchiesta basata soprattutto sulle vicende personali di decine di profughi, è cresciuta anche grazie alla versione cinematografica realizzata da Markus Imhoof. Il film è stato candidato agli Oscar come migliore film straniero nel 1981.

Nato nel 1921 nell’Oberland bernese in una famiglia di ispirazione pietista, come ha ricordato lui stesso nell’autobiografia «Einen Baum pflanzen» (Piantare un albero) uscita nel 1996, Häsler cominciò a scrivere durante la seconda guerra mondiale, dopo un apprendistato di tipografo.

Già nei suoi articoli per il quotidiano «Die Nation» si schierò contro il nazismo e a favore di una politica d’asilo più umana. Dopo il conflitto fu segretario dell’ufficio di coordinamento per l’aiuto alla ricostruzione ed ebbe modo di viaggiare in molti paesi distrutti dalla guerra. Visitò anche i campi di concentramento di Auschwitz e Majdanek

Nel 1945 Häsler aderì al Partito del lavoro, da cui uscì nel 1956 in seguito alla repressione dell’insurrezione ungherese da parte delle truppe sovietiche. Lavorò come giornalista per varie riviste e quotidiani svizzeri e scrisse una quarantina di libri dedicati a temi sociali ed ecologici.

Il suo nome rimane però indissolubilmente legato alla storia della politica d’asilo svizzera durante la guerra.

Criticando il concetto della «barca piena» utilizzato dal governo elvetico nel 1942 per giustificare la chiusura delle frontiere, Häsler scrisse: «In nessun momento durante la guerra i rifugiati superarono un quarantesimo della popolazione svizzera così che di un chilo di pane, ne mangiavano soltanto 25 grammi».

swissinfo e agenzie

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