
Scena muta di Borodin davanti ai giudici di Ginevra

L'ex intendente del Cremlino Pavel Borodin, accusato di riciclaggio di danaro sporco dalla giustizia svizzera si è presentato davanti al giudice d'istruzione di Ginevra per una prima udienza, durata quattro ore, insieme ad altri tre imputati. Borodin non ha aperto bocca.
L’imputato eccellente “ha fatto uso del suo diritto costituzionale di tacere e non ha nulla da rimproverarsi”, hanno indicato i suoi legali Dominique Poncet e Robert Assaël al termine dell’udienza. Insieme a Bordonin sono comparsi altri tre co-imputati: un avvocato e due dipendenti dell’ex banca SBS, passata sotto il controllo dell’UBS.
La giustizia ginevrina accusa Borodin di avere riciclato varie decine di milioni di dollari di tangenti versate dalle società ticinesi Mabetex e Mercata in cambio di contratti per il riattamento del Cremlino.
Arrestato il 17 gennaio scorso a Nuova York, l’attuale segretario dell’unione fra Russia e Bielorussia, 54 anni, era stato estradato verso la Svizzera il 7 aprile. Da Ginevra era poi ripartito quattro giorni più tardi, dopo avere versato una cauzione di cinque milioni di franchi.
La prossima udienza, hanno indicato i legali di Borodin senza tuttavia precisare la data, si svolgerà all’inizio di giugno a Ginevra.
swissinfo e agenzie

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