Diverse migliaia di persone hanno partecipato sabato a Berna alla manifestazione nazionale delle donne. Dalle strade della capitale hanno lanciato un appello per porre fine alla povertà e alle violenze di cui sono vittime le donne.
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La manifestazione s’iscrive nel quadro della terza azione internazionale della Marcia mondiale delle donne. Una bella vita significa in particolare sentirsi sicure a casa e negli spazi pubblici, avere uno stipendio equo per un lavoro equo e un buon servizio pubblico, scrivono le circa 50 organizzazioni alla base dell’evento.
Quattordici anni dopo l’iscrizione dell’uguaglianza nella legge, nei fatti si è ancora lontani, sostengono gli organizzatori, secondo cui a Berna sono accorse 8’000 persone (6-7’000 secondo la polizia).
Il fenomeno della povertà femminile ha origine dalle condizioni d’impiego spesso precarie delle donne. Anche in Svizzera, le donne sono più esposte degli uomini al rischio della povertà, scrive il sindacato Unia.
Unia denuncia in particolare le condizioni di lavoro, che per le donne lasciano spesso a desiderare, e le discriminazioni salariali. Inoltre, le donne percepiscono meno prestazioni dalle assicurazioni sociali a causa dei salari più bassi e dei tassi di attività sovente inferiori.
È quindi inaccettabile che la sicurezza sociale venga smantellata, che si tratti dell’assicurazione contro la disoccupazione, dell’assicurazione invalidità e della previdenza professionale, scrive Unia.
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