I migranti non sono i soli ad essere potenziali vittime del razzismo in Svizzera. Chiunque e in ogni momento può trovarsi confrontato con questo tipo di discriminazione, rileva il rapporto sull'attività di consulenza 2009 promossa dalla Commissione federale contro il razzismo (CFR) e da Humanrights.ch/MERS.
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Il razzismo “è un atteggiamento potenzialmente riscontrabile dappertutto, quindi anche a danno di esponenti di gruppi maggioritari”, rileva il presidente della CFR Georg Kreis nella prefazione del rapporto. Così, l’anno scorso, molti cittadini elvetici hanno avuto il sentimento di essere vittime di razzismo quando, nel bel mezzo della vertenza fiscale fra la Germania e la Confederazione, il ministro tedesco finanze Peer Steinbrück ha denigrato gli svizzeri in blocco. I centri della Rete di consulenza per le vittime del razzismo sono stati sommersi da “un’ondata di proteste di cittadini indignati”.
Il clima politico teso in relazione all’iniziativa popolare “Contro l’edificazione di minareti” ha d’altra parte “fomentato un clima di ostilità generale verso i musulmani”. In proposito, Kreis cita richieste rivolte ai consultori, come quella di vietare il Corano “perché contenente affermazioni razziste”. Il presidente della CFR osserva che “in tutte le religioni possiamo trovare passaggi piuttosto crudi che non dovremmo interpretare attraverso il filtro di una moderna concezione del razzismo. Per cui è opportuno non toccare i testi sacri”.
Complessivamente, i cinque consultori l’anno scorso hanno esaminato 162 casi. Le segnalazioni “sono spesso state fatte anche da terze persone (testimoni, familiari o conoscenti della vittima”, si precisa nel rapporto. Le segnalazioni più frequenti riguardavano “esternazioni verbali offensive, diffamanti o lesive della dignità personale”. Casi di discriminazione razziale si registrano ovunque, “ma in particolare nel mondo del lavoro e negli spazi pubblici”. Le persone maggiormente colpite nel 2009 erano di origine mitteleuropea.
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