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Giocare col sole per raffreddare la Terra: azzardo o necessità per il clima?

nuvole che schermano i raggi del sole
Le tecnologie di modifica della radiazione solare sono rimaste a lungo tabù, ma ora suscitano sempre più interesse per contrastare il cambiamento climatico. Jon G. Fuller / Vwpics / Science Photo Library

L’idea di riflettere i raggi solari verso lo spazio per contrastare il cambiamento climatico, nota anche come geoingegneria solare, è tanto controversa quanto intrigante. Ecco cosa c'è da sapere su questo "Piano B" per il clima che divide la comunità scientifica.

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale. Le emissioni di CO2 continuano ad aumentare e gli impatti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti. I ghiacciai si sciolgono, il livello del mare si alza e gli eventi estremi quali siccità e alluvioni sono più frequenti.

Dopo l’annuncio dell’amministrazione Trump del ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, l’obiettivo di limitare il riscaldamento climatico a 1,5 °C appare sempre più irraggiungibile.

E allora cosa fare? Le tecnologie di modifica della radiazione solare (Solar Radiation Management o SRM), a lungo ritenute tabù in quanto sollevano questioni etiche senza affrontare le cause del cambiamento climatico, suscitano sempre più interesseCollegamento esterno.

“La SRM è sempre stata una questione di ‘quando‘, non di ‘se‘”

Gernot Wagner, economista climatico

Negli ultimi anni, fondazioni private e Paesi quali gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Cina hanno investito decine di milioni di dollari in progetti di ricerca per riflettere i raggi del sole verso lo spazio. Alcune aziende come l’americana Make Sunsets hanno già avviato esperimenti all’aperto e nuovi progetti sono previsti per quest’annoCollegamento esterno.

Città del Capo, in Sudafrica, ospiterà il 12-16 maggio la più grande conferenza di sempre sulla SRMCollegamento esterno. Ricercatori e ricercatrici, rappresentanti di ONG e responsabili politici discuteranno degli aspetti scientifici, sociali e politici della cosiddetta geoingegneria solare.

“La SRM è sempre stata una questione di quando [verrà implementata], non di se”, afferma in una e-mail a swissinfo.ch Gernot Wagner, economista climatico, autore e cofondatore del programma di ricerca sulla geoingegneria solare dell’Università di Harvard.

“Purtroppo, ciò che è accaduto da mezzogiorno del 20 gennaio [insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, ndr] ha solo reso più probabile una sua eventuale attuazione”, dice Wagner.

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Cosa sono le tecnologie di modifica della radiazione solare?

Le tecnologie SRM sono interventi deliberati e su larga scala del clima che mirano a ridurre il riscaldamento globale. Ci sono essenzialmente due modi per modificare l’effetto dei raggi solari sul pianeta: aumentare la riflessione dei raggi del sole verso lo spazio o ridurre l’assorbimento di radiazione solare da parte della Terra.

Chi è favorevole alle tecnologie SRM sostiene che rappresentano l’unica opzione sostenibile per riportare rapidamente la temperatura media del globo vicino ai livelli preindustriali, a costi relativamente contenuti. La Terra riflette circa il 30% dell’energia solare che riceve. Aumentare questa riflettività anche solo dell’1% potrebbe ridurre la temperatura media del globo di circa 1 °CCollegamento esterno.

La comunità scientifica è unanime nell’affermare che la riduzione drastica e urgente delle emissioni di CO2 è imprescindibile per contrastare il cambiamento climatico. La geoingegneria solare, secondo chi la sostiene, ci permetterebbe di guadagnare tempo nell’attesa di raggiungere un bilancio netto delle emissioni pari a zero. Mitigherebbe inoltre alcuni degli impatti del riscaldamento globale, come l’innalzamento del livello dei mari.

Come è possibile riflettere la luce solare verso lo spazio?

Il metodo più studiato è l’immissione di aerosol nell’atmosfera (in inglese Stratospheric Aerosol Injection o SAI). Gli aerosol sono delle particelle microscopiche che possono riflettere la radiazione solare verso lo spazio, riducendo la temperatura al suolo.

L’idea è che aerei o palloni sonda rilascino miliardi di molecole di diossido di zolfo nell’atmosfera. Questo porterebbe alla formazione di aerosol e creerebbe una sorta di sottile strato riflettente attorno alla Terra.

“Costruire la bomba atomica è stato più difficile”

Claudia Wieners, Università di Utrecht

Non è solo teoria. Lo stesso fenomeno avviene naturalmente durante le grandi eruzioni vulcaniche. Nel 1991, le ceneri e il diossido di zolfo liberati dall’eruzione del Pinatubo, nelle Filippine, hanno causato un raffreddamento del pianeta di 0,5 °C per due anni.

Un recente studio svizzero sull’immissione di aerosol nell’atmosferaCollegamento esterno suggerisce l’impiego di particelle solide invece del diossido d’azoto. La calcite o la polvere di diamante avrebbero una maggior capacità di riflettere la luce del sole e un minor impatto ambientale, secondo lo studio.

L’altra tecnologia SRM più avanzata è lo schiarimento delle nuvole marine (Marine Cloud Brightening o MCB). Appositi cannoni montati sulle navi spruzzano una miscela di acqua marina nell’atmosfera. I cristalli di sale facilitano la formazione di nuvole più chiare sopra gli oceani. Queste nubi riflettono più luce solare, proteggendo la barriera corallina dalle alte temperature.

>> Guarda come si schiariscono le nuvole marine nella breve animazione:

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Anche dipingere le strade e i tetti di bianco incrementa la parte di raggi solari riflessi verso lo spazio. Le superfici chiare possono rendere le città più vivibili durante le ondate di calore.

Un’ulteriore opzione sono degli specchi giganti nello spazio per riflettere la radiazione solare prima che raggiunga la Terra. Qui ci addentriamo però nella fantascienza, anche se un rapporto delle Nazioni Unite non esclude completamente questa possibilitàCollegamento esterno.

Ci sarebbe infine la possibilità di disperdere delle microparticelle nei cirri per renderli più sottili. I cirri sono nubi ad alta quota che possono intrappolare il calore irradiato dalla superficie terrestre.

infografica che illustra i metodi per riflettere la luce solare
swissinfo.ch

A che punto è lo sviluppo delle tecnologie SRM?

La geoingegneria solare rimane per ora un approccio soprattutto teoretico. Tuttavia, i programmi di ricerca sulle tecnologie SRM aumentanoCollegamento esterno e diversi progetti stanno già conducendo esperimenti sul campo.

La start-up statunitense Make Sunsets afferma di aver già inviato nell’atmosfera 147 palloni aerostati riempiti di molecole di diossido di zolfo. In Australia, la Southern Cross University studia dal 2020 gli effetti dello schiarimento artificiale delle nuvole sulla Grande barriera corallina.

Se l’intera umanità o un gruppo di Paesi potenti e sufficientemente ricchi decidessero che l’immissione atmosferica di aerosol su scala globale è una necessità, potrebbe diventerà realtà in pochi anni, afferma Claudia Wieners, professoressa assistente di fisica climatica all’Università di Utrecht, nei Paesi Bassi. “Costruire la bomba atomica è stato più difficile”, dice.

Perché la geoingegneria solare è controversa?

Le tecnologie SRM possono abbassare le temperature, ma non riducono la quantità di gas serra che emettiamo nell’atmosfera. Affrontano quindi i sintomi e non le cause della crisi climatica. Chi vi si oppone vede nella geoingegneria solare una scappatoia che distrae dal vero obiettivo, il taglio delle emissioni.

“La SRM proietterà false speranze di poter affrontare la crisi [climatica] con la tecnologia”, afferma alla rivista svizzera HorizonsCollegamento esterno Xiao-Shan Yap, consulente politica dello Space Center del Politecnico federale di Losanna. Il rischio, aggiunge, è che il mondo politico faccia marcia indietro sull’impegno a ridurre le emissioni.

“Dobbiamo studiare queste tecnologie, compresi i potenziali effetti negativi, nel caso in cui decidessimo di averne bisogno”

Sandro Vattioni, Politecnico federale di Zurigo

L’immissione di aerosol nell’atmosfera potrebbe anche avere ripercussioni inattese sul clima, sul regime delle precipitazioni e sull’ambienteCollegamento esterno. Le particelle di diossido di zolfo, ad esempio, sono dannose per la salute e favoriscono le piogge acide.

Questo “Piano B” contro il cambiamento climatico solleva inoltre interrogativi fondamentali. Chi dovrebbe decidere quando e dove procedere alla SRM? Chi ne sarebbe responsabile in caso di effetti collaterali nocivi? E cosa succederebbe nel caso di un’interruzione prematura di un progetto, ad esempio a causa di una guerra?

Non esistono regole condivise a livello globale. Oltre 500 ricercatori e ricercatrici in Svizzera e in tutto il mondo hanno aderito a un appello internazionale per un divieto della geoingegneria solareCollegamento esterno. Chiedono di non investire fondi pubblici nella SRM e di rinunciare a qualsiasi esperimento all’aperto.

Sandro Vattioni, ricercatore climatico del Politecnico federale di Zurigo, auspica al contrario più ricerca e più esperimenti. “Puramente scientifici e su piccola scala”, puntualizza.

Vattioni è autore dello studio sulla polvere di diamante citato in precedenza e sarà uno degli oratori alla conferenza sulla SRM a Città del Capo. “Dobbiamo studiare queste tecnologie, compresi i potenziali effetti negativi, nel caso in cui decidessimo di averne bisogno”, afferma a swissinfo.ch.

Una moratoria temporanea sulla SRM che consente la ricerca sui suoi aspetti scientifici e politici è la soluzione più sensata, secondo Claudia Wieners. “Un’attuazione unilaterale della SRM sarebbe altamente indesiderabile perché potrebbe generare conflitti tra Paesi”, dice. Wieners è cofirmataria di una lettera aperta che chiede una ricerca bilanciataCollegamento esterno.

santorini con i suoi tetti bianchi
I tetti bianchi di Santorini, in Grecia, contribuiscono a disperdere il calore che si accumula in estate. Martin Child

Qual è la posizione della Svizzera sulla SRM?

La Svizzera auspica più ricerche sulla geoingegneria solare. Nel 2024, ha presentato una risoluzione all’Assemblea delle Nazioni Unite sull’ambiente (UNEA) che chiedeva di creare un gruppo di esperti ed esperte per valutarne rischi e benefici.

Tuttavia, la Svizzera ha ritirato la risoluzione poiché i Paesi non hanno raggiunto un consenso. Il Gruppo degli Stati africani, gli Stati insulari del Pacifico e alcuni Paesi tra cui il Messico si sarebbero opposti a qualsiasi proposta che aprisse la strada alla SRM.

>> Leggi: La proposta svizzera sulla geoingegneria solare non convince all’ONU

La Svizzera non sta perseguendo attivamente la SRM come parte della sua politica climatica nazionale, afferma a swissinfo.ch l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam). Il Paese, prosegue, si impegna però a livello internazionale affinché gli Stati abbiano accesso alle informazioni esistenti, in particolare sui possibili rischi e gli impatti transfrontalieri.

La prossima assemblea UNEA è programmata per dicembre. La Svizzera non ha ancora deciso se ripresenterà la risoluzione sulla SRM, indica l’Ufam.

È anche possibile intervenire sul clima rimuovendo il CO2 dall’atmosfera e immagazzinandolo nel sottosuolo. Che cosa ne pensate di questa soluzione? Esprimente la vostra opinione nel nostro dibattito:

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Le tecnologie per la rimozione artificiale del CO2 sono irrinunciabili oppure ci sono alternative migliori? Dite la vostra!

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A cura di Gabe Bullard/vm

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