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Svizzera parteciperà al sistema di difesa aerea europeo Sky Shield

Il DDPS ha affermato che la partecipazione all'iniziativa europea è possibile anche in qualità di stato neutrale. (Foto archivio) KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) La Confederazione vuole partecipare all’iniziativa “Sky Shield”, lo scudo aereo europeo di difesa che riunisce 17 Paesi, tra cui diversi membri della NATO.

Lo ha dichiarato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). La consigliera federale Viola Amherd firmerà venerdì a Berna la relativa dichiarazione d’intenti.

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Il DDPS ha affermato che la partecipazione all’iniziativa europea – lanciata dalla Germania – è possibile anche in qualità di stato neutrale: la Svizzera (come pure l’Austria) definirà in una dichiarazione aggiuntiva una speciale clausola in tal senso in base alla propria Costituzione.

Amherd sarà raggiunta a Berna dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius e da quella austriaca Klaudia Tanner.

Colloqui tra Amherd e Stoltenberg

A marzo, durante i colloqui con il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg a Bruxelles, la responsabile del DDPS aveva già auspicato un rafforzamento della collaborazione tra la Svizzera e l’Alleanza atlantica.

In concreto, la ministra della difesa vorrebbe che la Svizzera partecipasse maggiormente alle esercitazioni della NATO, sviluppasse l’interoperabilità tra l’esercito e l’Alleanza, rafforzasse la sua partecipazione ai centri di competenza certificati dalla NATO e collaborasse più strettamente nei settori dell’informatica e dell’innovazione.

Sabato il cancelliere austriaco Karl Nehammer aveva annunciato l’intenzione del suo paese ad aderire al progetto tedesco. “Lo Sky Shield è uno scudo protettivo a cui ora partecipano anche l’Austria e la Svizzera, al fine di attrezzarci per far fronte alle mutate situazioni di minaccia”, ha dichiarato Nehammer all’agenzia di stampa APA. “Si tratta di una pietra miliare a livello di politica di sicurezza”, ha proseguito il cancelliere. “Stiamo proteggendo il nostro spazio aereo nella rete continentale poiché nessuno Stato in Europa sarebbe in grado di gestirlo da solo in questa forma”.

Il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) ha denunciato il riavvicinamento alla NATO come una “tattica del salame”, considerandola antidemocratica. Il GSsE si è detto particolarmente preoccupato per lo scambio di dati sensibili che scaturirà dalla partecipazione della Svizzera all’iniziativa. Il gruppo si interroga inoltre su chi avrà accesso a tali dati e come la Confederazione vorrà garantire la propria indipendenza nel processo decisionale.

Scudo aereo europeo

Lo European Sky Shield Initiative (Essi) conta attualmente 17 Paesi. I membri della NATO coinvolti, oltre alla Germania, sono Regno Unito, Slovacchia, Lettonia, Ungheria, Bulgaria, Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia, Lituania, Paesi Bassi, Romania, Slovenia, Estonia e Norvegia. A febbraio hanno aderito al progetto anche la Danimarca e la Svezia, la quale attende ancora l’ingresso nell’Alleanza atlantica.

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