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Torna l’alta orologeria a Ginevra

Gli orologi hanno sempre un fascino particolare. KEYSTONE/GEORGIOS KEFALAS sda-ats

(Keystone-ATS) Prende avvio oggi a Ginevra Watches & Wonders, ex Salone internazionale dell’alta orologeria (SIHH). Il contesto è di forte ripresa nel settore, ma il conflitto in Ucraina e la diffusione del coronavirus in Cina gettano qualche ombra sul futuro.

All’evento, che durerà sino al 5 aprile, partecipano circa 40 marchi di alta gamma. Giornalisti e rivenditori provenienti da tutto il mondo potranno scoprire le novità delle aziende espositrici.

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

“Dopo due anni di edizioni pandemiche e al 100% digitali era importante poter riunire ancora una volta i principali attori del nostro ramo”, afferma in un comunicato Emmanuel Perrin, presidente della Fondation de la Haute Horlogerie, l’istituto che organizza il salone.

Oltre a tutte le manifatture del gruppo ginevrino Richemont – tra cui Cartier, Panerai e Piaget – Watches and Wonders accoglie per la prima volta grandi case come Rolex, Patek Philippe, Tag Heuer, Hublot, Zenith e Chopard, che in precedenza partecipavano alla fiera Baselworld. Approfittando delle centinaia di operatori del settore che arrivano a Ginevra sono anche in programma fiere più piccole, come per esempio Time to Watches.

L’industria orologiera svizzera si è completamente ripresa dalla crisi sanitaria del 2021. Le esportazioni, sostenute in particolare dal comparto del lusso, sono salite a 22,3 miliardi di franchi, il 31% in più rispetto al 2020; nel confronto con il 2019 pre-pandemico la progressione è del 3%. Il numero di orologi esportati è però sceso: il prodotto made in Switzerland soffre infatti la concorrenza degli orologi di bassa e meda gamma, nonché degli smartwatch.

Il buon andamento dell’export – espresso in valore – si è confermato anche nei primi due mesi del 2022. Tuttavia le restrizioni anti-Covid attualmente imposte in varie città cinesi potrebbero diminuire l’appetito per gli orologi svizzeri e i beni di lusso in generale. Inoltre l’inflazione osservata in molti paesi, anche in seguito alla guerra in Ucraina, pesa sul futuro. A causa delle sanzioni i produttori hanno anche dovuto interrompere le esportazioni verso la Russia, paese che rappresenta poco più dell’1% delle vendite all’estero.

Nonostante queste sfide la Federazione dell’industria orologiera (FH) prevede comunque una tendenza positiva dell’export elvetico quest’anno. Dello stesso avviso sono gli esperti della banca Vontobel, che pronosticano una crescita delle forniture all’estero pari al 5-9%.

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