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Trump non ricuce, ‘non mi interessa parlare con Musk’

Keystone-SDA

Il divorzio tra Donald Trump ed Elon Musk è irreparabile e, come la fine di ogni matrimonio tra miliardari, la spaccatura non può che aggravarsi nelle settimane e nei mesi a venire.

(Keystone-ATS) Con l’unica differenza che, in questo caso, in gioco non ci sono figli, case e automobili ma un Congresso, contratti miliardari e accuse gravi.

A mettere la parola fine sulla possibilità di una riconciliazione a breve termine, dopo che per ore era circolata l’ipotesi di una telefonata tra l’uomo più potente e quello più ricco del mondo, è stato il presidente americano che in una serie di interviste telefoniche con i principali media ha detto senza mezzi termini di non voler parlare con Elon.

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“A lui non ci penso proprio. Ha un problema. Quel poveraccio ha un problema”, ha dichiarato ad Abc e Cnn accusando il suo ex first buddy di essere “completamente impazzito”. E alla Cbs ha assicurato di essere “totalmente” concentrato sulla politica. “È l’unica cosa su cui mi concentro”, ha dichiarato il tycoon.

“Non mi concentro su nient’altro. Ecco perché ho i miei numeri più alti nei sondaggi. Il Paese sta andando alla grande, non è mai andato così bene. I dati sull’occupazione sono ottimi, tutto va bene”, ha aggiunto The Donald che per tutta la mattinata ha postato sul suo social Truth messaggi che decantavano le magnifiche sorti della sua America. Più silenzioso, il patron di Tesla che ha come al solito postato su X in abbondanza per la gioia dei suoi oltre 200 milioni di follower ma sulla disputa si è limitato a commentare il messaggio di un altro utente di non aver mai attaccato personalmente il presidente.

Al di là della faida a mezzo social quali danni concreti possono infliggersi reciprocamente Trump e Musk? Le carte sono più o meno tutte sul tavolo. Da una parte il miliardario ha sganciato la bomba dei file di Jeffrey Epstein sui quali i democratici della Camera hanno chiesto al dipartimento di Giustizia e all’Fbi di aprire un’indagine; dall’altra il presidente americano ha minacciato di togliere alle aziende del magnate tutte le commesse con il governo.

Un danno inimmaginabile se si considera che in sole 24 ore di lite con il tycoon Musk ha perso 33 miliardi di dollari di patrimonio netto e le azioni di Tesla sono crollate. È anche vero che il Pentagono e la Nasa dipendono dalla sua SpaceX e questa potrebbe essere un’arma a suo favore. C’è poi la questione sicurezza. In questi mesi accanto al tycoon e nel governo il miliardario avrà avuto accesso ad una quantità incredibile di informazioni top secret e avendo piazzato i suoi uomini in ogni dipartimento probabilmente continuerà ad averlo.

Quanto alla politica vera e propria, a parte il sondaggio sull’idea di un terzo partito chiuso dopo 24 ore con quasi 6 milioni di voti di cui oltre l’80% a favore, Elon ha a disposizione fondi per finanziare qualsiasi campagna elettorale contro i repubblicani o per quei ribelli che si oppongono alla legge di spesa. Il “one, big beautiful bill” del tycoon contro cui Musk si è scagliato dando inizio alla faida.

Lo speaker della Camera americana, Mike Johnson si è detto fiducioso che il provvedimento “sarà approvato entro la scadenza”. “I membri del Congresso non sono affatto scossi” dalla lite, ha assicurato ma ha anche avvertito il patron di Tesla di non mettersi contro The Donald. “Non minacciare e non mettere mai in discussione il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. È il leader del partito. È la figura politica più influente di questa generazione e probabilmente dell’era moderna”, ha dichiarato il repubblicano.

A proposito di Tesla, come un fidanzato che butta i regali dell’ex dopo la rottura, il presidente americano ha deciso di sbarazzarsi della sua auto rossa, acquistata mesi fa quando i rapporti erano idilliaci e la Casa Bianca era stata trasformata in un concessionario di lusso solo per promuovere agli americani e al resto del mondo i prodotti dell’amico Elon.

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