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Turchia: verso distruzione 7 milioni case

(Keystone-ATS) Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha dato il via al colossale piano di ricostruzione del paese messo in cantiere l’anno scorso dopo il terremoto di Van, e che prevede la distruzione in 20 anni di 7 milioni di case, un terzo del tessuto urbano nazionale, con una spesa di oltre 400 miliardi di dollari.

Ma l’iniziativa nasce fra molte polemiche. L’obiettivo dichiarato è mettere in sicurezza tutti gli edifici ritenuti non in grado di resistere a forti scosse sismiche, restaurando quelli con valenza culturale-architettonica. A Istanbul, secondo il ministro della Pianificazione urbana Erdogan Bayraktar, più della metà dei 4 milioni di case ed edifici “non è in grado di resistere ad un eventuale terremoto”. Il piano è partito con la demolizione tramite esplosivo di 10 edifici militari a Istanbul nella zona periferica di Sarigazi, sulla costa asiatica.

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Nei prossimi giorni verranno giù altri 34 edifici governativi e 3.169 privati in tutto il Paese. La prima fase del piano, nei prossimi due anni, interesserà in primo luogo le città situate nelle zone a più forte rischio sismico, Istanbul, Bursa, Izmir, Burdur, Mersin, Aydin, Adiyaman, Giresun, Balikesir. Uno studio recente dei geologi tedeschi del Gonaf ritiene che la regione di Istanbul-Marmara presenta “forti probabilità. di subire un terremoto di 7,4 gradi nei prossimi decenni, rileva Hurriyet.

Il progetto cambierà il volto del Paese, consentendo di distruggere piccoli e grandi ecomostri spuntati da terra negli ultimi 30 anni. Per le imprese straniere il faraonico progetto da oltre 40 miliardi è una grande opportunità. Per le demolizioni il governo prevede soprattutto l’uso di esplosivi, una tecnica per la quale le imprese turche hanno bisogno di know-how estero. E per l’Italia avverte l’ambasciatore ad Ankara Gianpaolo Scarante si apre in Turchia il nuovo grande mercato del restauro, un business da decine di miliardi. Solo a Istanbul compito e investimento sono enormi e per una “superpotenza del restauro” come l’Italia può essere una “miniera di lavorò.

Il mega piano Erdogan suscita però anche forti critiche nel Paese. Sarà gestito non da enti pubblici ma affidato alle imprese private, con il rischio di speculazione e stravolgimento sociale dei centri delle città, avverte il presidente dell’Associazione della Pianificazione urbana di Istanbul Tayfun Kahraman. Gli abitanti tradizionali con bassi redditi verranno spinti verso le periferie, prevede, per fare posto a chi potrà permettersi le case nuove, a prezzi 10 volte più alti. Come è già successo a Istanbul dove nel 2008 migliaia di abitanti di origine rom del quartiere di Sulukule sono stati allontanati nel quadro di un grande progetto di rigenerazione urbana.

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