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Afghanistan: attentato a Kabul, Brown chiede più truppe

Questo contenuto è stato pubblicato il 13 novembre 2009 - 18:46
(Keystone-ATS)

LONDRA - Nello stesso giorno in cui i talebani hanno sferrato un nuovo attacco a Kabul nel quale sono rimasti feriti nove soldati dell'Isaf, dieci civili armati e tre afghani, il premier britannico Gordon Brown ha lanciato un appello a tutti i Paesi che partecipano alla missione Nato affinché rinnovino il loro impegno in Afghanistan inviando più truppe da affiancare alle forze locali.
Il primo ministro ha dichiarato di avere fiducia nella volontà del presidente afghano Hamid Karzai di combattere la corruzione e ha dichiarato che le forze Nato potrebbero riuscire a mandare altri 5.000 soldati nel Paese, che si andrebbero ad aggiungere all'aumento di truppe statunitensi, sul cui numero Washington si deve ancora pronunciare.
Proprio oggi il procuratore generale afghano ha rivelato di avere la lista dei ministri e funzionari afghani corrotti.
Dopo aver condotto una serie di conversazioni telefoniche con Karzai, Brown ha detto di essersi "preso la responsabilità" di chiedere ai Paesi parte della missione Isaf di inviare più truppe e di essere ottimista circa la possibilità di convincerli.
"Credo di poter persuadere paesi che fino a qualche settimana fa dicevano che non avrebbero più inviato soldati in Afghanistan, se si tratta di addestrare le truppe afghane e se c'è un processo che permetterà nel tempo ai loro soldati di rientrare. Sarebbe giusto che loro contribuissero e condividessero con noi lo sforzo", ha detto Brown, sottolineando che la Gran Bretagna è pronta ad aumentare il proprio contributo con 500 altri soldati che si andrebbero ad aggiungere ai 9.000 già nel Paese.
Sebbene gli Usa non si siano ancora pronunciati sul numero di militari che manderanno, Brown ha dichiarato di aver parlato con la Casa Bianca e che la strategia britannica "è in linea con quanto il presidente Obama vuole ottenere".
Riguardo al contributo statunitense, sulle pagine del Guardian di oggi David Kilcullen, consigliere del governo britannico e del dipartimento di Stato americano in materia di terrorismo, ha lanciato un avvertimento a Obama: rifiutarsi di inviare un numero sostanziale di truppe e optare per una soluzione di compromesso potrebbe avere dei risultati catastrofici.
"O mandiamo abbastanza truppe per controllare il territorio o comunichiamo la nostra intenzione di lasciare. Entrambe le cose potrebbero funzionare. Ciò che mi preoccupa è che le opzioni in esame siano pericolosamente vicine al mezzo e bisogna chiedersi se una soluzione di mezzo sia una buona cosa", ha detto Kilcullen, secondo il quale gli Usa dovrebbero mandare almeno 25.000 soldati se non addirittura 40.000 come richiesto dal comandante Nato Stanley McChrystal.
E le forze Isaf continuano intanto a sostenere attacchi: oggi è stata la volta di un'autobomba esplosa un convoglio di veicoli ad un centinaio di metri da Camp Phoenix, un'importante base americana utilizzata anche dalle truppe Nato. L
'attacco si è verificato verso le 8 di mattina (4.30 in Svizzera) e la nazionalità dei soldati feriti non è stata resa nota, ma secondo la polizia afghana si tratterebbe di americani. Rivendicando l'attacco, un portavoce dei talebani aveva parlato di 20 vittime straniere, cifra poi smentita dall'Isaf.

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