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Afghanistan-USA: vittime civili; Gates, grave sconfitta

(Keystone-ATS) Gli Stati Uniti hanno cercato oggi ancora una volta con il Segretario alla Difesa Robert Gates di sanare la ferita causata in Afghanistan da una serie di errori militari che hanno colpito la popolazione civile locale e perfino un gruppo di nove bambini, scambiati per insorti ed uccisi una settimana fa mentre raccoglievano legna da ardere nel bosco nella provincia orientale di Kunar.

Giunto a sorpresa oggi a Kabul, Gates si è riunito nel palazzo presidenziale immediatamente con il presidente Hamid Karzai al quale ha presentato le sue più sentite scuse per una vicenda che, ha detto, è vista a Washington come “una sconfitta” e che “ci ha spezzato il cuore”.

Le scuse di Gates sono venute dopo quelle formulate ieri dal comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), generale David Petraeus, e giorni prima dallo stesso presidente Barack Obama in una video-conferenza con Karzai in visita in Gran Bretagna.

Freddo nella sua reazione, quest’ultimo ha reagito al dolore manifestato da Petraeus sostenendo che allorché il conflitto afghano è giunto ormai al suo decimo anno, “di fronte al ripetersi di incidenti che causano vittime civili innocenti, le scuse non sono più sufficienti”.

Nella conferenza stampa il Segretario alla Difesa americano ha ribadito che sia durante la missione del generale Stanley McChrystal, sia con la successiva presenza del generale David Petraeus, “abbiamo cercato di prevenire le vittime civili perchè è nostra responsabilità proteggere la gente dell’Afghanistan”.

In risposta a queste parole, Karzai ha sottolineato che “noi rispettiamo le sue scuse; il popolo dell’Afghanistan sta assistendo a questa vicenda e spero che Gates porterà nel suo paese il nostro messaggio riguardante la volontà di mettere fine alla tragedia delle vittime civili”.

Effettivamente il malessere nella società afghana è crescente, come hanno dimostrato le centinaia di persone scese in piazza ieri a Kabul per denunciare l’uccisione di persone innocenti nelle operazioni militari della Coalizione internazionale, che hanno gridato slogan ostili agli “invasori americani”.

Gli “errori” nelle operazioni militari dell’Isaf e della Nato aggravano peraltro un bilancio di vittime di per sè pesante causato dalle azioni quotidiane dei talebani, come quelle di ieri nella provincia di Paktika (12 morti fra cui donne e bambini) ed oggi a Kandahar, nel sud, con un duplice attentato che ha ucciso due agenti di polizia, ferendo altre 22 persone.

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