Ampio dibattito a Roma su ristorni frontalieri e dialogo con Berna
Un ampio dibattito si è svolto questo pomeriggio alla Camera dei deputati italiana sui rapporti tra Italia e Svizzera, entrati in crisi a causa del cosiddetto "scudo fiscale" voluto dal ministro italiano del Tesoro Giulio Tremonti. Esponenti di vari partiti, della maggioranza e dell'opposizione, hanno sollecitato Roma a riprendere quanto prima il dialogo con Berna, cordiale e serio, sui temi caldi dei frontalieri e della doppia imposizione.
Ben cinque le mozioni presentate su iniziative concernenti i rapporti tra i due paesi, con particolare riferimento alla doppia imposizione e ad altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio. I loro primi firmatari: Reguzzoni Giovanni (Lega), Franco Narducci (PD), Enzo Raisi (FLI), Giovan Luca Galletti (UDC), Cosimo Ventucci e Antonio Razzi (PDL e Responsabili).
In base ai testi approvati, il governo italiano viene impegnato: "ad intraprendere i necessari passi diplomatici per riallacciare il dialogo con il Governo svizzero nell'intento di promuovere e tutelare gli interessi dell'Italia; a convocare un tavolo di concertazione per definire al più presto un percorso negoziale sulla nuova convenzione fiscale per evitare la doppia imposizione sul reddito e sulla sostanza, formulando e discutendo in quella sede le legittime richieste d'interesse del nostro Paese".
Il governo viene, poi, impegnato, "a non lasciar nell'incertezza i 55 mila frontalieri italiani occupati in Svizzera, tutelando il loro diritto, al pari trattamento salariale rispetto ai colleghi svizzeri e stranieri residenti, affrontando allo stesso tempo, sul piano politico, la minaccia formulata da Giuliano Bignasca, indiscusso leader della Lega dei Ticinesi, di far licenziare 13.500 frontalieri italiani; ad assumere iniziative appropriate sul piano politico e diplomatico per la piena applicazione della Convenzione con la Confederazione elvetica per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, un atto fondamentale per mantenere invariata la quota delle trattenute fiscali retrocesse dalla Confederazione elvetica ai comuni italiani compresi nella linea di demarcazione di 20 chilometri dal confine italo-svizzero".
"Abbiamo posto l'accento su una questione fondamentale per tutti i Comuni di confine e per questa importante categoria di lavoratori che è nostro dovere difendere", ha detto il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni.
"La soddisfazione è ancora più grande - ha aggiunto Jonny Crosio (Lega) - perché è stata accolta la proposta del Carroccio volta a escludere la Svizzera dalla black list. Il dispositivo della mozione - spiega Crosio - tiene infatti conto del fatto che ormai soltanto il nostro Paese è l'unico ad avere ancora la Confederazione elvetica compresa in quella lista".