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Australia: sì a trivellazioni Bp in mare, no ambientalisti

(Keystone-ATS) SYDNEY – La compagnia petrolifera britannica Bp ha ottenuto dal governo australiano i permessi per procedere a trivellazioni alla ricerca di giacimenti di petrolio offshore, in quattro località al largo della costa meridionale del continente, suscitando le proteste degli ambientalisti che temono per i danni alla fauna marina.
La condizione posta da Canberra per la concessione, ha spiegato il ministro dell’Energia Martin Ferguson, è la garanzia dell’adozione da parte della Bp di standard di sicurezza più elevati di quelli adottati nel Golfo del Messico, dove l’esplosione di una piattaforma petrolifera nell’aprile 2010 ha ucciso 11 lavoratori e disperso in mare quasi cinque milioni di barili di greggio.
Ferguson ha ribadito che “i permessi sono stati concessi in seguito all’esame delle competenze finanziarie e tecniche della Bp, in accordo con gli stringenti requisiti delle leggi australiane”.
Secondo gli ambientalisti però le attività della compagnia mettono in pericolo specie a rischio come le balene, il grande squalo bianco e il tonno pinne blu, che dipendono da quelle acque per l’alimentazione e la riproduzione.
La concessione è stata un ‘attacco preventivo’ in un’area che viene valutata per la costituzione di un nuovo santuario marino, ha detto Alexia Wellbelove della Humane Society International. “Il rumore e il movimento hanno impatto sulla vita marina. La profondità dell’acqua, fino a 4000 metri, supera i limiti della tecnologia e nessuno può escludere perdite disastrose” ha aggiunto.

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