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Berlusconi incassa la sberla, ma no a passi indietro

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 maggio 2011 - 19:45
(Keystone-ATS)

Mentre i dati confermano la sconfitta elettorale un po' in tutta Italia il premier Silvio Berlusconi parla dei rapporti tra Italia e Romania rimarcando il coraggio del governo di Bucarest di fare scelte "impopolari". Poi entrando nell'albergo che lo ospita, davanti ai giornalisti dissimula qualsiasi emozione, stringe mani, saluta e si limita a dire di non conoscere ancora i risultati spiegando che commenterà solo successivamente.

Ma a dare l'idea di quale sia il suo umore è Roberto Maroni. Il ministro dell'Interno, anche lui nella delegazione della bilaterale, lascia la suite dove il premier è riunito con i più stretti collaboratori. L'esponente leghista si concede ai cronisti mettendo subito in chiaro che "il governo non è a rischio". Certo, sottolinea Maroni, ora serve un "colpo di frusta", soprattutto in ambito economico.

Ed è proprio Maroni a riferire quale sia il pensiero di Berlusconi: "Anche lui concorda sul fatto che serve un forte rilancio dell'azione di governo". Come dire: nessuna intenzione di farsi da parte. Evidentemente il Cavaliere dà per scontata la tenuta della maggioranza, la fedeltà della Lega, ma soprattutto la possibilità di recuperare consensi nel Paese attraverso una più incisiva azione dell'esecutivo. A cominciare dalla riforma fiscale che, è la sua speranza, dovrà portare ad una riduzione delle aliquote per "persone e imprese", come aveva annunciato in campagna elettorale. Prima di pensare a tutto questo, tuttavia, Berlusconi dovrà tenere insieme non solo una maggioranza che durante la campagna elettorale ha mostrato più di una crepa, ma anche un Pdl al cui interno non si arrestano le scosse di assestamento, come dimostrano le dimissioni annunciate di Sandro Bondi. Inevitabile quindi che l'umore del premier sia quello di un leader che dopo un primo turno molto deludente, assiste a dei ballottaggi che rappresentano una vera e propria "sberla" (copyright di Maroni) per la maggioranza.

Una sberla che non spaventa però Franco Frattini che affida al suo blog il commento a quanto accaduto: "lo avevamo detto prima dell'esito del voto e lo confermiamo: il governo va avanti. Del resto un'alternativa parlamentare neppure esiste" anche perchè, spiega, "il Pd non ha certo vinto in queste amministrative che hanno visto in corsa, a Milano e Napoli, due candidati ben lontani dalla tradizione riformista". Ciò non toglie però la necessità per il governo e il partito di "rimboccarsi le maniche con urgenza, prima che le speranze alimentate e le promesse non mantenute ci facciano perdere la partita". Anche per questo Frattini torna a suggerire come possibile cura "l'avvio urgente di una nuova fase del partito" che guardi con decisione "alle primarie" che sono, "ancor prima che il Congresso, il vero meccanismo trasparente e regolato per evitare la balcanizzazione del Pdl".

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