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Bin Laden: Clinton, blitz professionale, nessun errore

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 maggio 2011 - 10:56
(Keystone-ATS)

Il blitz che ha portato all'uccisione di Bin Laden "è stato condotto con i massimi standard professionali". Lo ha assicurato la segretaria di Stato Usa Hillary Clinton, rispondendo ad una domanda al termine dell'incontro avvenuto stamane a Roma con il ministro degli esteri italiano Franco Frattini.

I giornalisti le hanno chiesto se l'uccisione di Bin Laden fosse stata determinata da "un errore" del commando dei 'Navy Seals'. "Lo sforzo chiaro", ha risposto la Clinton, "era quello di porre fine alla sua leadership".

"Sono stati i 38 minuti più intensi della mia vita", ha detto la segretaria di Stato descrivendo il momento del raid che ha portato all'uccisione del leader di al Qaida e che è stato seguito in diretta a Washington.

"Il rapporto con il Pakistan non è sempre facile ma noi continueremo a sostenere il popolo pachistano", ha detto ancora Hillary Clinton. "Abbiamo collaborato con il Pakistan nella lotta al terrorismo - ha aggiunto -. Osama bin Laden non è l'unico leader di alto livello rimosso dalla scena grazie alla collaborazione tra Usa e Pakistan".

La battaglia contro il terrorismo "non finisce con una morte", ma di certo l'uccisione di Bin Laden è stato "un messaggio inequivocabile della ferma determinazione della comunità internazionale di opporsi al terrorismo", ha affermato la Clinton.

La segretaria di stato ha aggiunto che gli Stati Uniti "valuteranno con attenzione" l'accordo di riconciliazione tra Hamas e Al Fatah celebrato ieri al Cairo. "Siamo in attesa dei dettagli" e al tempo stesso "consapevoli" della valenza dell'accordo annunciato ieri, ha precisato Clinton ribadendo che "gli Stati Uniti non possono sostenere alcun governo sostenuto da Hamas che prescinda dal rispetto dei principi affermati dal Quartetto".

La Clinton ha infine sottolineato "l'importanza di una soluzione politica" alla crisi libica. In particolare, ha sottolineato come in questo momento serva "aumentare la pressione militare, politica ed economica su Gheddafi per porre fine alle violenze contro i civili ed avviare una transizione democratica verso un futuro migliore". In questo, ha concluso il segretario di Stato Usa, "Italia e Stati Uniti lavorano fianco a fianco".

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