Burkina Faso: in salita trattative su avvio transizione
Sono partiti, pur se tra difficoltà, i colloqui tra le componenti della società civile ed i partiti del Burkina Faso, per tracciare la road map della fase di transizione, che dovrebbe concludersi nel novembre del 2015 con le elezioni presidenziali.
Se è stato accettato da tutti il punto che a presiedere alla transizione dovrà essere una "personalità civile" (scartando quindi la possibilità che essa sia espressione delle forze armate che hanno tanto contribuito a rovesciare il regime dell'ex presidente Blaise Compaoré), restano da sciogliere parecchi nodi. Dai quali i militari sembrano essersi tirati fuori, come testimonia la circostanza che la loro delegazione dopo trenta minuti ha abbandonato i lavori adducendo, come spiegazione, delle "esigenze operative".
I problemi, comunque, sembrano tutti di non difficile soluzione (come quella della rappresentanza delle varie forze politiche e sociali schieratesi contro Compaoré), ad eccezione della presenza, nel futuro governo di unità nazionale anche della componente che, per estrema sintesi, potrebbe essere definita la ex maggioranza. Ovvero partiti e formazioni politiche che si sono rifatte, per oltre 25 anni, a Blaise Compaoré.
I militari sarebbero - e lo hanno affermato con chiarezza - per il coinvolgimento degli ex sostenitori del presidente deposto, poiché almeno oggi costituiscono una parte importante della società. Tesi non condivisa da tutti al tavolo delle trattative, ritenendo che, con la caduta di Compaoré, si deve considerare conclusa anche l'epoca che ha visto la sua ristretta cerchia di amici gestire con spregiudicatezza il potere. I colloqui sono ripresi questa mattina, con l'obiettivo di giungere ad una ipotesi di accordo da presentare alla delegazione della Cedeao che sarà domani a Ouagadougou.