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Cannes: Palma d'oro a "The Tree of Life" di Malick

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 maggio 2011 - 21:38
(Keystone-ATS)

Alla fine questa 64esima edizione del Festival di Cannes ha premiato la paura dell'uomo come la sua stessa medicina: la speranza. Vince così la Palma d'oro il regista metafisico Terrence Malick che con "The Tree of Life" aveva portato a Cannes i misteri della vita, l'idea stessa che siamo tutti in un grande universo di cui sappiamo davvero troppo poco.

Un pò lo stesso clima da fine del mondo che c'era anche in quel capolavoro che è "Melancholia" di Lars Von Trier, che la giura non ha potuto coraggiosamente non premiare trasversalmente - dopo le parole sbagliate del regista danese su Israele e Hitler - dando a Kirsten Dunst il premio come miglior attrice.

Ma oltre la paura, Cannes premia appunto anche la speranza e la poesia. Fa vincere così tutta la grande speranza che c'è nel film di Eric e Luc Dardenne "Il ragazzo con la bicicletta", dove un tredicenne pinocchietto si redime quando trova, in una madre non biologica, quell'amore che il padre non gli sa dare.

E premia tutta la poesia invece che c'è in "Once Upon A Time in Anatolia" del regista turco Nuri Bilge Ceylan, che vince il Gran Prix ex aequo con i fratelli Dardenne. Il regista ha portato sulla Croisette la storia grottesca, buia e lenta, di un'indagine di polizia tra le montagne dell'Anatolia alla ricerca di un cadavere con dentro un'altra storia, quella del dubbio di un procuratore per la morte, troppo prevista e annunciata, della sua amata moglie.

Con la disinvoltura di un grande Festival, Cannes premia poi come miglior attore lo straordinario Jean Dujardin, un volto antico e perfetto per interpretare la vanitosa star del cinema muto che è costretta a scendere dal suo piedistallo quando, da un momento all'altro, l'avvento del sonoro cambia tutto. Stiamo parlando di "The Artist" di Michel Hazanavicius, un film in bianco e nero e muto che ha divertito tutti.

E coraggio ci è voluto anche a premiare Nicolas Winding Refn come milgior regista per "Drive", film con tanto ritmo, musica, auto e sangue. E che ha come armi martello, chiodi e forchette.

Quanti agli altri premi, il Premio della giuria è stato attribuito a "Polisse" di Maiwenn Le Besco, mentre quello per la miglior sceneggiatura è andato a Joseph Cedar per "Footnote". La Camera d'oro per la miglior opera prima è stata vinta da "Las Acacias" di Pablo Giorgelli, la Palma d'oro per il miglior cortometraggio da "Cross" di Maryna Vroda e il Premio della giuria cortometraggi da "Badpakje 46" di Wannes Destoop.

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