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Cina: in mare prima portaerei, è sfida nel Pacifico

(Keystone-ATS) La prima portaerei cinese è uscita oggi dal porto di Dalian, nel nordest della Cina, per un “test di navigazione”. L’annuncio, dato dall’agenzia ufficiale Nuova Cina, è destinato a suscitare un’ondata di orgoglio nazionalistico in Cina e preoccupazioni nei paesi vicini, molti dei quali hanno in corso dispute con Pechino sui confini marittimi.

La portaerei, la Varyag, è stata comprata nel 1998 dall’Ucraina ma senza il motore, le armi e il sistema di navigazione che usava quando era parte della Marina militare sovietica. Pechino ha affermato il mese scorso che la portaerei sarà usata per “la ricerca scientifica, l’esplorazione e l’addestramento”. Nuova Cina non ha indicato quanto durerà “il test” – sembra fino a domenica prossima – ma ha sottolineato che in seguito “rientrerà nel porto dove proseguira il lavoro di preparazione e di sperimentazione”.

Secondo Wang Shaopu, del centro per gli studi pan-pacifici dell’Università Jiaotong di Shanghai, “in quanto potenza economica, la Cina da un lato deve assumersi maggiori responsabilità nel mondo e dall’altro ha dei nuovi interessi di sicurezza da garantire… per questo, la sua potenza navale deve crescere adeguatamente”. La rivista specializzata Janes Defence Weekly ha scritto che la nave sarà attrezzata con radar e con missili terra-aria.

La portaerei cinese è vista come una sfida alla forte presenza nel Pacifico della flotta degli Stati Uniti, alleati di alcuni dei Paesi rivali della Cina, la cui flotta del Pacifico comprende 11 portaerei, più moderne e meglio attrezzate della Varyag. Lan Ning-li, un ex-ammiraglio della marina taiwanese, ha dichiarato che la messa a punto della portaerei permetterà alla Cina di “espandere le proprie attività nel Pacifico meridionale” e che renderà Taiwan “vulnerabile ad attacchi nemici”.

L’isola è di fatto indipendente dal 1949 ma è rivendicata dalla Cina come parte del suo territorio. La Cina ha affermato l’anno scorso, per la prima volta, che il Pacifico del sud è un’area dove sono in gioco gli “interessi fondamentali” del Paese, una terminologia applicata in passato solo a Taiwan e al Tibet. Nell’area, ricca di risorse naturali e con una forte presenza americana, ci sono tre gruppi di isole contese: le Diaoyu/Senkaku, rivendicate da Giappone, Cina e Taiwan; le Spratili, rivendicate da Cina, Taiwan, Malaysia, Filippine, Vietnam e Brunei; le Paracelse, rivendicate da Cina, Taiwan e Vietnam.

Il potenziamento della marina fa parte del programma di ammodernamento delle forze militari della Cina, alimentato da una spesa che è costantemente cresciuta negli ultimi due decenni, ed è stato definito “fondamentale” dal presidente Hu Jintao.

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