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Consiglio federale: esternazioni italiane per nulla apprezzate

(Keystone-ATS) Le recenti dichiarazioni, fatte a livello internazionale, da parte italiana “non sono state per nulla apprezzate in Svizzera”. È quanto afferma il Consiglio federale, rispondendo a una mozione di Ignazio Cassis (PLR/TI), preoccupato per il fatto che i rapporti tra Svizzera e Italia “vivono una stagione di alta tensione”.

Nella mozione, depositata il 16 marzo nella sessione di primavera e che il governo propone di accogliere, il deputato ticinese chiede al governo di definire e attuare una chiara strategia finalizzata all’appianamento di “questa pericolosa tensione”, di coinvolgere nella strategia i governi dei cantoni confinanti con l’Italia e le competenti autorità dell’Unione europea (UE), per garantire anche nella vicina Penisola il rispetto delle regole comunitarie.

Per esercitare la necessaria pressione, Ignazio Cassis chiede al Consiglio federale di utilizzare ogni strumento, in particolare quello del ristorno della quota-parte dei proventi fiscali prelevati sugli oltre 50’000 frontalieri italiani.

Il Consiglio federale segue attivamente l’evoluzione delle relazioni con l’Italia e rileva che le recenti esternazioni – come quelle fatte dal ministro Giulio Tremonti martedì scorso a Bruxelles – “non sono state per nulla apprezzate in Svizzera”. Il governo vuole sbloccare la situazione e per farlo ha studiato una strategia per migliorare le relazioni in materia fiscale e, parallelamente, per garantire il mantenimento degli interessi bilaterali comuni in ambito di commercio, trasporti, energia ed Expo 2015 di Milano.

Occorre rilanciare il dialogo con l’Italia in materia fiscale al fine di ripristinare rapporti bilaterali costruttivi. In merito, il Consiglio federale è disposto ad avviare colloqui. Si tratta – afferma – di trovare una soluzione globale sulle diverse questioni aperte in materia fiscale, coinvolgendo i governi cantonali interessati.

Nella risposta alla mozione Cassis, il Consiglio federale sostiene anche di voler proseguire la strategia di collaborazione con le autorità UE per quanto riguarda l’applicazione del diritto comunitario e gli accordi bilaterali con la Svizzera.

E questa strategia – ricorda il governo – ha già dato frutti: lo scorso 14 marzo la Commissione europea ha deciso di aprire una procedura su un’eventuale infrazione italiana degli impegni derivanti dagli accordi bilaterali Svizzera-UE in materia di appalti pubblici. L’8 aprile vi è poi stata la conseguente decisione del Ministero dell’economia e delle finanze italiano di abrogare la misura presa nei confronti delle imprese svizzere.

A proposito infine dell’eventualità di bloccare il ristorno della quota-parte delle imposte prelevate alla fonte sui frontalieri italiani, Berna è evasiva. Se la parte italiana dovesse declinare l’offerta di dialogo elvetica, per trovare una soluzione il Consiglio federale sottolinea che sarebbe disposto a esaminare tutte le misure che siano compatibili con il diritto internazionale pubblico. È comunque fiducioso di “trovare una soluzione consensuale con l’Italia”.

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