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Costa d’Avorio:Gbagbo offre dialogo, no Ouattara

(Keystone-ATS) ABIDJAN – È ancora braccio di ferro in Costa d’Avorio tra il presidente riconosciuto dalla comunità internazionale, Alassane Ouattara, e il rivale Laurent Gbagbo, che si rifiuta di accettare la sconfitta elettorale, mentre i Paesi della Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao o Ecowas) sottolineano che “l’opzione militare resta sul tavolo”.
Intanto, Save the Children lancia l’allarme rifugiati: tra le 20.000 già fuggite per evitare le violenze 10.000 sono bambini. “Se le violenze e l’insicurezza cresceranno- avverte un responsabile della Ong – i bambini ora in fuga saranno solo la punta di un grande iceberg”.
La crisi sembra essere in una fase di stallo: i mediatori dell’Unione africana e della Cedeao hanno detto che il presidente uscente ha detto sì alla proposta di negoziare senza condizioni una soluzione della crisi, scatenata dalla proclamazione della vittoria di due presidenti nelle recenti elezioni. La Commissione elettorale ivoriana e la comunità internazionale hanno riconosciuto Ouattara come vincitore.
I mediatori hanno precisato che Gbagbo si è anche impegnato a togliere l’assedio, da parte delle forze a lui fedeli, al quartier generale del rivale ad Abidjan, protetto da 800 caschi blu “circondati” dai militari “ribelli”.
Ma Ouattara ha respinto l’offerta di Gbagbo: “Noi ci aspettiamo solo che se ne vada, il resto non ci interessa”, ha detto il suo consigliere diplomatico, Ali Coulibaly. Se i negoziati per porre fine alla crisi dovessero fallire, ha avvertito il presidente della stessa Cedeao, James Victor Gbeho, “l’opzione militare è sempre sul tavolo”.
La Francia, dal canto suo, ha escluso l’intervento dei 900 militari transalpini dislocati nel Paese: “Non hanno vocazione a compiere ingerenze negli affari interni” ivoriani, ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy nel corso della tradizionale cerimonia di auguri di inizio anno alle forze armate.

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