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Coronavirus: cresce il numero dei contagi in Svizzera

Crescono i casi di coronavirus in Svizzera KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

La Svizzera è uno dei venti paesi al mondo più colpiti dal coronavirus. Il governo consiglia, tra l'altro, di evitare le strette di mano. Ecco una panoramica.

(Keystone-ATS) Di Balz Rigendinger

A causa della diffusione del coronavirus, il Consiglio federale ha posto la Svizzera in una “situazione particolare” ai sensi della legge federale sulle epidemie. Ciò consente al governo, in accordo con i Cantoni, di ordinare autonomamente provvedimenti che, in una situazione normale, sarebbero di competenza cantonale. L’utilizzo di questa disposizione di legge è una novità assoluta.

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Concretamente, il Consiglio federale ha vietato tutti i grandi eventi che coinvolgono più di 1000 persone fino ad almeno il 15 marzo. Nel caso di manifestazioni pubbliche o private cui prendono parte meno di 1000 persone, gli organizzatori devono subordinarne lo svolgimento a una ponderazione dei rischi effettuata con l’autorità cantonale competente. 

Il governo ha anche chiesto alla popolazione di seguire alcune regole per proteggersi dal virus: 

  • Vanno evitati gli abbracci e le strette di mano per salutarsi.
  • I fazzoletti usati dovrebbero venir gettati in un secchio della spazzatura chiuso.
  • Prima di andare dal medico o al pronto soccorso occorre annunciarsi sempre per telefono.

Per il resto, la vita continua normalmente per la maggior parte della popolazione. 

Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)Collegamento esterno, il rischio di infezione con questo virus in Svizzera è attualmente moderato.

Finora si sono registrati solo poche decine di casi di infezione da coronavirus. La Svizzera figura quindi tra i 20 paesi al mondo più colpiti dal Covid-19. Ulteriori infezioni rimangono possibili. QuiCollegamento esterno troverete i dati aggiornati di tutti i casi a livello mondiale. 

Le persone colpite vengono isolate per evitare che il virus si diffonda il più possibile. Chiunque sia stato a stretto contatto con una persona malata – ossia per più di 15 minuti a meno di due metri di distanza – deve rimanere in quarantena per due settimane. Circa 100 persone sono attualmente sottoposte a questa misura in Svizzera.

Finora sono stati organizzati dei rimpatri di alcuni cittadini svizzeri che vivono nella città cinese di Wuhan. Tuttavia, secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), al momento non sono previste ulteriori azioni di questo tipo. 

“Per fortuna, al momento non è previsto e non viene effettuato alcun rimpatrio”, ha dichiarato Hans-Peter Lenz, capo del centro di gestione delle crisi del DFAE. 

I cittadini svizzeri possono rivolgersi a tutte le rappresentanze svizzere all’estero. Le rappresentanze diplomatiche e la helplineCollegamento esterno istituita dal DFAE hanno risposto nei giorni scorsi a centinaia di domande di cittadini preoccupati. 

Secondo la Legge sugli svizzeri all’estero, i connazionali espatriati non hanno il diritto assoluto al rimpatrio organizzato da una zona di crisi. Il DFAE assiste tuttavia il più possibile i cittadini svizzeri che si trovano in situazioni di crisi all’estero, ha sottolineato Hans-Peter Lenz.

L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) ha annullato la prossima seduta del Consiglio degli svizzeri all’estero, in programma il 14 marzo a Berna. 

“Il DFAE ci ha reso consapevoli della composizione molto internazionale del Consiglio e dell’età relativamente elevata dei suoi delegati”, ha comunicato la direzione dell’OSE, motivando la sua decisione. Ciò costituisce due fattori di rischio che potrebbero aumentare ulteriormente di casi di quarantena.

Altri sviluppi


L’Organizzazione mondiale della sanitàCollegamento esterno non ha ancora emesso alcuna restrizione di viaggio. Tuttavia, varie compagnie aeree, tra cui Swiss, hanno ridotto il numero di voli verso i paesi in cui il pericolo di contaminazione è particolarmente elevato. 

Se siete in viaggio per seguire una manifestazione, è consigliabile informarsi se tale evento avrà effettivamente luogo: la Confederazione ha infatti vietato le grandi manifestazioni e i Cantoni e le città possono vietare anche le manifestazioni più piccole. 

Per il momento non ci sono misure speciali per scuole, asili, case e altre istituzioni educative o di cura. Inoltre, il Consiglio federale ha  escluso l’idea di una chiusura delle frontiere.

La Segreteria di Stato dell’economia (SECO)Collegamento esterno non prevede danni economici a breve termine. A medio termine, tuttavia, la SECO è preoccupata per le perdite sui mercati azionari e per l’interruzione della catena di approvvigionamento dell’industria svizzera e dei gruppi internazionali con sede in Svizzera. 

Secondo la SECO, le imprese possono ricorrere al lavoro a orario ridotto per compensare un eventuale calo delle attività. Inoltre, un manuale sulla gestione delle pandemie è a disposizione delle aziende. 

Il governo non si assume alcuna responsabilità per le perdite finanziarie dovute al divieto di grandi eventi, in quanto si applica il principio della forza maggiore.

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