Egitto: manifestanti protestano davanti prefettura Suez
Circa cinquecento manifestanti, fra i quali numerosi familiari di vittime della rivoluzione di gennaio, stanno lanciando sassi e pietre contro la prefettura della sicurezza dello Stato di Suez, per protestare contro la liberazione su cauzione di quattordici poliziotti accusati di avere ordinato di sparare sulla folla durante la rivolta anti Mubarak. Lo riferiscono fonti locali, aggiungendo che è stato dato alla fiamme un mezzo della polizia.
Intanto i Fratelli musulmani hanno fatto sapere che parteciperanno alla manifestazione di venerdì, ritornando sulla decisione annunciata a suo tempo di disertare piazza Tahirir. In un comunicato la confraternita spiega di avere cambiato linea in seguito ad alcuni avvenimenti come "le ingiustizie nei confronti delle famiglie dei martiri, il rallentamento dei processi per i morti durante la rivoluzione e contro i corrotti, la liberazione degli ufficiali accusati di avere ucciso i manifestanti e le pressioni sulle loro famiglie a rinunciare ai processi che hanno intentato contro la polizia".
Alla manifestazione indetta dai movimenti giovanili e rivoluzionari, come quello del 6 aprile, parteciperanno anche i giovani salafiti, anche se la coalizione di partiti integralisti annunciata ieri ha deciso di non partecipare alla manifestazione di piazza.
"Il nostro appello a scendere in strada l'8 luglio è come quello che lanciammo il 25 gennaio", ha spiegato Engy Hamdi, responsabile media del movimento 6 aprile. "Facciamo appello a tutti i partiti e movimenti ad evitare divisioni sulla Costituzione e sulle elezioni perché la questione è dov'è la giustizia quando i responsabili della morte dei martiri sono in libertà, mentre i giovani sono davanti ai tribunali militari, dov'è la giustizia se le famiglie delle vittime sono attaccate invece di essere onorate, dov'è la giustizia se i collaboratori dell'ex ministro dell'interno Habib el Adly sono ancora al loro posto", ha affermato Hamdi.