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Egitto: no espatrio e blocco fondi Mubarak e famiglia

(Keystone-ATS) Il procuratore generale egiziano ha emesso un divieto di espatrio e un ordine di congelamento dei fondi nei confronti dell’ex presidente Hosni Mubarak e della sua famiglia. Lo riferiscono fonti giudiziarie.

Intanto la “Coalizione dei giovani della rivoluzione del 25 gennaio”, che ieri sera ha avuto un incontro con il Consiglio Supremo delle Forze Armate, organo di gestione dell’Egitto dalla rimozione di Hosni Mubarak, ha chiesto allo stesso Consiglio di rispondere entro 48 ore a tre richieste urgenti: lo scioglimento del governo presieduto dal generale Ahmed Shafiq (primo ministro nominato da Mubarak) con la nomina di un governo di tecnocrati, la liberazione di tutti i detenuti politici arrestati prima e dopo il 25 gennaio, il rinvio a giudizio di tutti i responsabili dell’uccisione dei ‘martiri’ della rivolta, e di chi ha dato quegli ordini, con capi di imputazione precisi e dettagliati. Lo affermano gli stessi giovani, in un comunicato diffuso stamane.

Nel loro comunicato i giovani chiedono che le tre richieste vengano accolte entro due giorni e attuate entro un mese di tempo, con l’indicazione da parte dei militari di un calendario per la loro attuazione. Nel caso che non ci siano risposte o non venga fissato un calendario, la Coalizione, si dice nel comunicato, “cesserà ogni negoziato e lavorerà con tutti i rivoluzioni dell’Egitto, facendo pressione per dimostrare che queste sono richieste di tutti gli egiziani che hanno manifestato a piazza Tahrir e nelle altre piazze e non hanno lasciato i loro posti se non quando hanno creduto che le loro richieste stavano per essere soddisfatte”.

Nel caso ci sia risposta positiva, nel comunicato vengono anticipate altre sei richieste sulle quali continuare a negoziare.

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