Elezioni 2011: perdono terreno i partiti tradizionali, sondaggio
BERNA - I partiti tradizionali sono in perdita di velocità, il più penalizzato è l'UDC che rimane comunque saldamente in testa. Guadagnano invece voti le formazioni entrate recentemente sulla scena politica. È quanto afferma l'ultimo barometro elettorale in vista delle elezioni federali di ottobre pubblicato oggi dal "Matin Dimanche" e dalla "SonntagsZeitung".
L'UDC, stando al sondaggio effettuato in dicembre su 1001 elettori svizzerotedeschi e romandi, otterrebbe il 26,0% dei voti, 2,9 punti percentuali in meno rispetto alle federali di quattro anni fa.
In ogni caso, "il partito inizia la campagna elettorale con un'immagine di vincitore", afferma all'ATS il politologo Pascal Sciarini. È l'UDC che detta l'agenda politica e prepara al meglio le campagne politiche. Il suo unico problema: un elettorato difficilmente estendibile.
Secondo partito rimane il PS con il 19,1% delle preferenze, pari a una flessione di 0,4 punti rispetto alle federali del 2007.
I socialisti hanno messo l'accento su temi molto promettenti, come la detenzione a domicilio delle armi d'ordinanza, le rimunerazioni abusive e i forfait fiscali. Queste preoccupazioni possono sedurre anche l'elettorato di centro. Tale opportunità è però stata sprecata con la "virata a sinistra" che il partito ha preso adottando in ottobre il nuovo programma.
Il PLR si riconferma terza formazione politica della Svizzera, secondo il sondaggio dei due domenicali. Il partito di Fulvio Pelli otterrebbe il 17,1% delle preferenze, in calo di 0,6 punti rispetto al 2007.
Per Lutz il PLR, ma anche il PPD, è in perdita di velocità poiché non ha saputo dare risposte ai problemi attuali. Non ha inoltre saputo diversificare la sua base. Secondo Hermann, il principale problema è che il partito è da troppo tempo al potere: si è logorato e ha dunque un'immagine poco attrattiva.
Continua a perdere terreno il PPD: secondo l'ultimo sondaggio è al 13,8%, in calo di 0,7 punti rispetto alle ultime elezioni federali. "Il PPD è l'ombra di se stesso", spiega Lutz. Nelle ultime elezioni di quattro anni fa il partito si era dotato di un profilo più aperto ai problemi sociali e aveva così ottenuto voti anche fuori dal suo bacino tradizionale.
L'estromissione di Christoph Blocher dal in governo ha però deluso l'elettorato conservatore del PPD. "Oggi il partito non ha un profilo chiaro, cosa che gli fa perdere voti su entrambi i fronti dello scacchiere politico", ha aggiunto il politologo.
Il partito ecologista, secondo i due domenicali, non riuscirà a sorpassare la soglia psicologica del 10% (2007: 9,6%): anche i Verdi perdono leggermente terreno e se si votasse oggi dovrebbero accontentarsi del 9,1% dei suffragi.
Secondo Lutz, il partito riuscirà comunque a ottenere un buon risultato grazie alla sua posizione chiara contro l'iniziativa sulle espulsioni e il suo controprogetto. Per Hermann, la banalizzazione del dibattito sul clima potrebbe invece penalizzare i Verdi a favore del PS.
I Verdi liberali otterrebbero da parte loro il 3,8% dei voti, contro l'1,4% di quattro anni fa. Questo partito, afferma Sciarini, ha saputo piazzarsi tra la sinistra e i partiti borghesi e può dunque raccogliere voti da entrambi gli schieramenti.
I Verdi liberali, così come il Partito borghese democratico (PBD), beneficiano inoltre anche del capitale simpatia legato al fatto che si sono affacciati solo recentemente sulla scena politica, afferma Hermann.
Il più piccolo partito rappresentato in Consiglio federale, il PBD, nella sua prima partecipazione alle elezioni nazionali otterrebbe il 3,6% dei voti. I borghesi democratici, lo hanno mostrato le recenti elezioni cantonali, sono una spina nel fianco dei partiti borghesi tradizionali, in particolare per il PLR.
A differenza dell'altro nuovo partito (i Verdi liberali), il PBD ha la fortuna di avere un membro in governo, la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, che si è profilato come elemento catalizzatore del partito, sostiene Hermann.