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G20: salta accordo USA-Corea; Obama vede Hu e Merkel

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 novembre 2010 - 10:08
(Keystone-ATS)

SEUL - A poche ore dall'inizio del summit G20, a Seul si registra il primo inatteso insuccesso, con il fallimento dei negoziati tra USA e Corea del Sud per sbloccare il libero scambio (Fta), dato ormai in dirittura d'arrivo a seguito di un anno abbondante di approfondimenti.
Così, sulla scia di un tipico esempio di "incomprensioni e resistenze" commerciali, il vertice si apre ufficialmente stasera con la cena di lavoro tra i Grandi della Terra. Intanto si lavora febbrilmente per trovare un compromesso sui punti chiave in agenda, quelli legati alla politica monetaria e agli squilibri sul fronte delle bilance commerciali.
Le posizioni in campo appaiono ancora molto distanti - come ha ammesso la stessa presidenza sudcoreana del G20 - e gli sherpa sono tuttora impegnati nel mettere a punto la bozza di conclusioni. Ma la palla passa ora direttamente ai leader: determinanti, infatti, sono i tanti incontri bilaterali che in queste ore si stanno succedendo. E gli occhi sono puntati soprattutto sui faccia a faccia del presidente statunitense Barack Obama col leader cinese, Hu Jintao, e con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Il presidente USA ha quindi rilanciato il ruolo chiave del G2 - Usa e Cina, ha detto, sono determinanti per rilanciare la crescita globale - e ha parlato di "progressi" con Pechino sull'annosa querelle valutaria.
Importante anche l'appuntamento con la cancelliera tedesca che - arrivando nella capitale sudcoreana - ha ribadito il suo "no" all'ipotesi di porre dei tetti ai surplus commerciali, avanzata dal segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner. Una posizione, quella della Merkel, sostenuta dalle altre potenze europee.
Proprio dai vertici della Ue, intanto, arriva l'ennesimo appello al senso di responsabilità, per evitare sia una vera e propria "guerra dei cambi" sia una nuova ondata di protezionismi, e per ridurre drasticamente gli squilibri eccessivi sul fronte delle bilance commerciali. Un appello che il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione Ue, José Manuel Barroso, hanno rivolto soprattutto a Washington e Pechino. La Cina deve riportare lo yuan su livelli coerenti con i fondamentali dell'economia, ha detto Van Rompuy. Mentre per Barroso il presidente Obama dovrà spiegare il senso delle decisioni prese dalla Fed, che vuole immettere 600 miliadi di dollari in circolazione per sostenere la propria economia.
A Seul è arrivato anche il premier italiano Silvio Berlusconi - insieme al ministro del'Economia, Giulio Tremonti - che in mattinata ha avuto un bilaterale col primo ministro vietnamita, Nguyen Tan Dung. Nella capitale sudcoreana anche il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che nella veste di presidente del Financial Stability Board (Fsb) ribadirà la necessità di accelerare sul fronte delle nuove regole che governano il sistema finanziario internazionale. Col G20 che darà il via libera alla ricetta messa a punto proprio dall'Fsb e ai contenuti dell'accordo di Basilea III sulle banche sistemiche.
Resta intanto tranquilla l'atmosfera per le strade di Seul dove stamattina si è già svolta una prima manifestazione senza nessun tipo di incidente. Nel pomeriggio è atteso il corteo più numeroso: prevista la partecipazione di 50'000 persone, tra lavoratori coreani e attivisti anti-G20.

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