GB: gay, Lord votano fine divieto a unioni civili in chiese
LONDRA - La camera dei Lord ha votato a stragrande maggioranza per l'abolizione del divieto a celebrare le unioni civili tra omosessuali all'interno delle chiese, una decisione che consente alle organizzazioni e confessioni religiose - ma non le obbliga - di aprire le proprie chiese e luoghi di culto a questo tipo di cerimonie.
La proposta - parte della dibattuta legge sull'Eguaglianza - é stata avanzata da Lord Alli, apertamente omosessuale, e ha incassato il voto di 95 'pari' contro i 21 contrari, nonostante questi ultimi abbiano denunciato "pericoli per il matrimonio tradizionale" dalla fine del divieto. I partiti avevano lasciato libertà di voto.
Grande soddisfazione delle organizzazioni per i diritti dei gay. Ben Summerskill, direttore esecutivo del gruppo Stonewall, uno dei maggiori del Regno, ha commentato: "Siamo molto contenti per questo voto in favore della libertà religiosa. Sarà accolto con gioia da tutti i gay e lesbiche religiosi. Ci dispiace che il governo si sia pronunciato contro, ma ora speriamo che si sbrighino a apportare le necessarie correzioni".
Contro l'abrogazione del governo si è infatti espressa la leader della camera dei Lord (posizione che fa parte dell'esecutivo laburista), baronessa Royall of Blaisdon, che ha avvertito su problemi pratici che l'emendamento provocherà all'intera legge, ma poi si è astenuta al momento del voto. L'emendamento passa ora alla Camera dei Comuni, dove non si prevede verranno apportate modifiche sostanziali.
Durante il dibattito Lord Alli ha osservato: "Ci sono molte coppie gay e lesbiche che vogliono condividere la loro unione civile con la congregazione dove praticano la loro fede. E ci sono molte congregazioni religiose che vogliono consentirlo. Non é un attacco contro la Chiesa anglicana o quella cattolica... la libertà religiosa richiede che noi lasciamo fare ad altri cose che noi non faremmo. La libertà religiosa non può iniziare e finire con quel che una religione vuole".