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Grecia: proteste e scontri contro piano austerity

(Keystone-ATS) ATENE – Decine di migliaia di persone sono scese oggi in piazza ad Atene, Salonicco ed altre città della Grecia in occasione dello sciopero generale contro il piano di austerity che ha paralizzato il paese. Scontri sono avvenuti tra gruppi limitati di dimostranti, che lanciavano pietre e bombe molotov, e la polizia, che ha risposto con cariche e gas lacrimogeno, ad Atene, davanti al parlamento, a Salonicco e Patrasso. Non sono segnalati feriti.
Dopo le manifestazioni e l’astensione dal lavoro proclamate ieri dal sindacato dei dipendenti pubblici Adedy e da quello comunista Pame, la protesta oggi si è estesa e trasformata in sciopero generale con la discesa in campo della confederazione del settore privato, Gsee.
Lo sciopero generale, il terzo dall’inizio della crisi e il primo dopo l’annuncio delle nuove misure di austerity, sta fermando il paese oscurato da un black out informativo, a causa dello sciopero dei giornalisti, e bloccato dallo stop al traffico aereo, ferroviario, marittimo e urbano (questo parziale per consentire l’arrivo dei manifestanti). Sono chiusi inoltre ospedali, scuole, banche, uffici pubblici e negozi (questi ultimi con l’eccezione di Atene).
Il piano di austerity, che deve essere votato in parlamento domani, è criticato, oltre che dai sindacati, da tutta l’opposizione politica che, a cominciare da Nuova Democrazia (ND, centrodestra), voterà contro. Unica eccezione, forse, il piccolo partito di estrema destra Laos. La legislazione ha tuttavia sulla carta l’approvazione garantita grazie alla maggioranza di 160 seggi su 300 di cui gode il partito di governo Pasok.
Il piano concordato con Ue-Fmi in cambio di 110 miliardi di euro in tre anni, prevede nello stesso periodo una riduzione della spesa per 30 miliardi grazie al congelamento dell’impiego e a tagli su salari e pensioni per i dipendenti pubblici, riforma fiscale con aumento dell’Iva e delle imposte su carburanti, alcolici, sigarette e beni di lusso. Nonché, in virtù della riduzione delle indennità di licenziamento e degli straordinari, l’estensione della possibilità di licenziare nel settore privato.
Contro il piano, con slogan contro il governo l’Ue e il Fmi ma anche per chiedere la punizione dei responsabili della crisi, sono scesi oggi in piazza operai, impiegati, agricoltori, studenti, professori e pensionati, insieme all’intera sinistra parlamentare ed extraparlamentare e al movimento anarchico, con marce e concentrazioni in tutto il paese.

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