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Iraq: attacco chiesa; vescovo Mossul, intervenga l’Onu

(Keystone-ATS) CITTÀ DEL VATICANO – “È necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità”. È l’appello lanciato, dopo la strage nella cattedrale della Nostra Signora del Perpetuo soccorso di Baghdad, dall’arcivescovo siro-cattolico di Mossul, mons. Basile Georges Casmoussa, che già più volte aveva denunciato la mancanza di un’adeguata protezione da parte delle autorità irachene.
“Per la nostra comunità cristiana è una vera catastrofe, umana e religiosa! Questo porterà il panico!”, dice Casmoussa ai microfoni della Radio Vaticana. “Noi continuiamo a tendere la mano per il dialogo, per lavorare insieme, per dimenticare il passato, per superare tutti i nostri dolori – spiega -. Ma poi quando vediamo che, soprattutto da parte delle autorità, non c’è un’adeguata risposta, ci sentiamo senza alcuna protezione”. “Allora – aggiunge il presule siro-cattolico – è necessario che le Nazioni Unite entrino in gioco: oramai è indispensabile per salvaguardare questa piccola comunità!”.
Mons. Casmoussa ha presieduto con l’arcivescovo metropolita siro-cattolico di Baghdad, mons. Athanase Mati Shaba Matoka, la cerimonia funebre dei due sacerdoti assassinati domenica scorsa.
Il vescovo di Mossul ritiene che le autorità “non facciano tutto il possibile, perché se facessero il possibile – sottolinea – dovrebbero innanzitutto instaurare una politica di pace; è necessario poi che cambino le regole affinché ai cristiani siano riconosciuti gli stessi diritti riconosciuti agli altri cittadini”.
Secondo Casmoussa, “è inoltre necessario anche creare un progetto nazionale per costruire il Paese in quanto nazione e non per riconoscere un certo numero di seggi ad un’etnia, ad una religione, ad un partito politico. Si preoccupano soltanto delle loro questioni politiche e il popolo rimane abbandonato a se stesso!”.
Per proteggere i cristiani, secondo il vescovo siro-cattolico, le autorità irachene “prima di tutto, devono unirsi per formare un governo di unità nazionale. Devono rendere sicure le chiese, le comunità cristiane con leggi e con la presenza della polizia affinché i cristiani possano ritrovare fiducia nel loro Paese e nel loro futuro. Le belle parole e i bei discorsi non sono sufficienti! Sono sicuro – conclude mons. Casmoussa – che nei prossimi giorni riceveremo una pioggia di dichiarazioni e di parole consolatrici”.

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