Isis: Cnn, jihadisti entrati periferia sud Kobane
I miliziani jihadisti dello Stato islamico (Isis) sono entrati nella zona sudovest di Kobane, in Siria a ridosso del confine con la Turchia. Lo riferisce la Cnn in arabo citando fonti curde. Un corrispondente dell'emittente al confine parla di scambi di armi automatiche nella zona e bombardamenti sulla zona est.
Secondo quanto ha detto alla Cnn un combattente dell'Unità curda di protezione popolare (Ypg) di nome Alan Minbic, l'Isis ora controlla la parte Sud-Ovest della città, nota in arabo col nome di Ayn al-Arab.
I combattenti dell'Ypg stanno usando i cecchini per contrastare una ulteriore avanzata dell'Isis, ha detto ancora Minbic, secondo il quale alla periferia orientale della città gli uomini impegnati nella difesa sono riusciti a distruggere un carro armato dei jihadisti, ma nella parte occidentale lo Stato islamico controlla ora una zona chiamata Tal Shair.
Mousa Al Ahmad, un combattente dell'Esercito libero siriano a Kobane raggiunto telefonicamente dalla Cnn, ha fornito le stesse informazioni sull'avanzata dell'Isis e ha aggiunto che sono circa 300 i suoi compagni che combattono in città a fianco dell'Ypg.
Questa settimana le forze americane hanno compiuto dei raid aerei contro le postazioni dell'Isis nei pressi di Kobane, ma non la notte scorsa, riferisce ancora la Cnn online, citando fonti al Comando centrale Usa (Centcom).
Intanto il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallem ha affermato oggi che Damasco considererebbe un intervento militare turco in Siria come una "aggressione". "La politica dichiarata dal governo turco rappresenta una vera aggressione contro uno Stato membro delle Nazioni Unite", ha affermato Muallem, secondo la tv di Stato di Damasco.
Eventuali azioni militari turche in territorio siriano sarebbero "una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite che stipula il rispetto della sovranità nazionale degli Stati e la non ingerenza nei loro affari interni", ha avvertito ancora il governo di Damasco in una lettera inviata al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon.