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Libia: ostaggi, Calmy-Rey auspica procedimento penale in Svizzera

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 marzo 2011 - 10:40
(Keystone-ATS)

Micheline Calmy-Rey auspica un'azione penale in Svizzera per la vicenda degli ostaggi svizzeri trattenuti in Libia. I colpevoli devono essere portati davanti a un tribunale, afferma la ministra degli esteri elvetica in interviste pubblicate oggi dai domenicali "Sonntag" e "NZZ am sonntag".

"Potrei immaginarmi l'avvio in Svizzera di un procedimento penale per chiarire le circostanze del sequestro di Max Göldi e Rachid Hamdani nell'autunno 2009 e condurre i colpevoli davanti a un giudice", afferma la consigliera federale. "La situazione per noi è radicalmente cambiata: i due ostaggi sono di nuovo a casa, l'ambasciata svizzera a Tripoli è chiusa e non può più essere attaccata come è già successo. Oggi siamo di nuovo liberi nelle nostre azioni", prosegue la ministra.

Il 18 settembre 2009 i due svizzeri, già bloccati a Tripoli dal 19 luglio 2008 come ritorsione per il breve arresto a Ginevra di Hannibal Gheddafi, figlio del leader libico Muammar, erano stati convocati e posti in detenzione per 53 giorni "in un luogo sicuro" tenuto segreto. Le autorità libiche si erano giustificate adducendo un possibile tentativo di liberazione da parte svizzera.

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