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Messico: 2/a strage in 48 ore, fucilati 14 tossicodipendenti

(Keystone-ATS) CITTÀ DEL MESSICO – Ancora stragi in Messico. Due nel giro di 48 ore. Il bilancio è di 28 morti, che si sommano agli oltre 7000 dall’inizio dell’anno, secondo dati diffusi dalla Procura Federale.
Ieri sera, a Tijuana, situata a ridosso della frontiera con gli USA, loclità che solo due settimane fa il presidente Felipe Calderon ha definito una città modello per la lotta al traffico di droga, un commando armato ha fatto irruzione in un misero Centro per tossicodipendenti, ne ha messi 14 al muro e li fucilati a colpi di Kalashnikov.
La stessa micidiale arma utilizzata venerdì scorso da altri killer a Ciudad Juarez, la città più violenta del Paese (6500 morti negli ultimi tre anni), che, al grido di “facciamoli fuori tutti”, hanno sparato sul mucchio di ragazzi che stavano partecipando ad una festa, uccidendone 14 e ferendone 15.
Nel primo caso, come ha confermato oggi il procuratore della Bassa California, Rommel Moreno, i mandanti della carneficina hanno disturbato le comunicazioni delle polizia con “narcocorridos”, le canzoni che esaltano le gesta dei boss della droga, per poi avvertire che si apprestano ad assassinare almeno altre 120 persone, in risposta al sequestro record di 130 tonnellate di marijhuana, avvenuto la settimana scorsa a Tijuana.
Per quanto riguarda la carneficina di Ciudad Juarez, dove sono stati uccisi anche cinque ragazzi di una Chiesa locale che danzavano in occasione di festività religiose, gli inquirenti presumono che l’attacco puntasse a uccidere un piccolo boss della droga locale che, però, è rimasto ferito.
Nell’uno e nell’altro caso, familiari delle vittime e media hanno ripetuto l’ennesimo appello: sia fatta giustizia. Un appello destinato a cadere nel vuoto: secondo la Commissione nazionale per i diritti umani (CNDH) il 99% dei reati che si commettono in Messico rimane impunito e, in questo momento, la giustizia ha pendentioltre 400.000 mandati di cattura.

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