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Nave Costa: ordine abbandono Concordia dato in ritardo

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 gennaio 2012 - 21:24
(Keystone-ATS)

"Il segnale d'abbandono nave, secondo me, è stato dato troppo tardi". A confermare che il comandante Francesco Schettino, la notte del naufragio della Concordia, ha ritardato le operazioni di evacuazione della nave, è il primo ufficiale di macchina Peter Petrov.

Secondo lui, infatti, l'allarme arrivò quando già la situazione era ingestibile. "C'era una falla molto grande ed entrava molta acqua - mette a verbale - in un primo momento la barca ha incominciato ad inclinarsi molto lentamente, quindi sarebbe stato quello il momento in cui andavano calate le scialuppe".

Anche l'assistente direttore dei servizi, Benedetto Minuto, conferma che qualcosa nelle procedure d'allarme non è andato. Dopo l'impatto, racconta agli inquirenti, "mi sono recato in una sala ristorante allo scopo di tranquillizzare i passeggeri, che erano già in panico. Poì c'è stato un black out, mi sono reso conto che la cosa era seria". E invece "a quel punto sono partiti gli annunci dagli altoparlanti che invitavano alla calma". Minuto ci tiene anche a sottolineare che l'equipaggio ha fatto il suo dovere: "tutti i nostri ragazzi hanno dato il massimo, se non fosse per loro tanta gente sarebbe morta".

Da parte sua il comandante in seconda della Costa Concordia, Roberto Bosio, conferma che l'inchino Al Giglio "era programmato". "La rotta diretta da Civitavecchia a Savona - mette a verbale - sarebbe stata un'altra, comunque non così vicina all'isola del Giglio. Era programmata questa navigazione turistica, concepita allo scopo di consentire ai passeggeri di ammirare le zone costiere presenti sulla tratta della crociera".

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