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Nazionale affossa tasso unico dell'IVA

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 - 13:07
(Keystone-ATS)

Il tasso unico dell'IVA è stato affossato. Il Consiglio nazionale ha confermato stamani, con 120 voti contro 58, la propria decisione di rinviare il dossier al Consiglio federale. Il governo dovrà proporre un nuovo progetto, basato due aliquote diverse, mantenendo anche una lista di eccezioni.

L'imposta sul valore aggiunto (IVA) contempla attualmente tre tassi (8%, 3,8% e 2,5%). Nonostante le opposizioni, l'ex ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz aveva proposto di passare a un saggio unico. Lo stesso era stato fissato al 6,5% e dal 2018 sarebbe sceso al 6,2% (una volta soppresso l'aumento provvisorio per il risanamento dall'assicurazione invalidità).

Dall'IVA sarebbero stati esonerati soltanto 5 settori su 29 (servizi finanziari e assicurazioni, scommesse e lotterie, prestazioni in seno alla stessa collettività pubblica, agricoltura, vendita e affitto d'immobili). Gli ambiti sociale, sanitario, della formazione, della ricerca e della cultura sarebbero invece stati imposti.

Ma la maggioranza non ha voluto saperne. Si tratta di un'utopia, ha esclamato Caspar Baader (UDC/BL) a nome della commissione. L'aliquota unica farebbe diminuire il prezzo di una Ferrari, ma aumentare quello del pane, ha sottolineato. Un progetto del genere non avrebbe alcuna possibilità di riuscita in votazione popolare, ha rincarato Dominique de Buman (PPD/FR).

Soltanto il PLR, spalleggiato dai Verdi liberali, ha continuato a difendere la revisione dell'IVA promossa dall'ex consigliere federale liberale-radicale, pur sostenendo ora l'opportunità di un tasso IVA unico del 5,5%.

La maggioranza ha preferito puntare su un progetto a due aliquote, delle quali una ridotta per i generi alimentari, i ristoranti e il settore alberghiero. Salute, formazione, cultura, manifestazioni sportive e istituzioni di beneficenza dovrebbero, dal canto loro, restare esonerati dall'imposta, in più dei cinque settori che il Consiglio federale riteneva "intoccabili".

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