Navigation

Obama: strada pace passa anche per guerre giuste

Questo contenuto è stato pubblicato il 10 dicembre 2009 - 19:11
(Keystone-ATS)

OSLO - Nella grande sala del Municipio di Oslo colma di sovrani, diplomatici, leader politici e stelle di Hollywood, il presidente americano Barack Obama ha affrontato nel modo più diretto possibile la evidente contraddizione del capo di una nazione impegnata in due guerre che riceve il Nobel per la Pace.
Esistono "guerre giuste" che vanno combattute (come quella in Afghanistan) proprio per difendere la causa della pace e della sicurezza del mondo, ha affermato Obama dal podio del City Hall. "Vi sono sicuramente altre persone che meritavano più di me questo premio", ha aggiunto. La Casa Bianca ha fatto sapere che l'assegno da 1,4 milioni di dollari ricevuto da Obama andrà ad organizzazioni benefiche.
Nel suo discorso Obama ha analizzato con onesta brutalità il problema delle nuove minacce contro l'umanità - dall'estremismo religioso alla proliferazione nucleare - cercando di definire cosa può essere considerata "guerra giusta". Ma anche quando un conflitto è inevitabile, ha sottolineato il presidente americano nel suo discorso di accettazione del premio, vi sono standard morali che vanno rispettati se non si vogliono compromettere "proprio quegli ideali che si cerca di difendere combattendo", una evidente allusione al suo predecessore George W. Bush. "Proprio per questo ho proibito la tortura, ho ordinato la chiusura di Guantanamo ed ho riaffermato l'impegno dell'America nel rispettare le Convenzioni di Ginevra", ha detto il presidente americano.
Nel suo discorso Obama ha affrontato direttamente un altro motivo di polemica, quello di un riconoscimento prematuro: "Accetto questo premio con profonda gratitudine e grande umiltà. Sono solo all'inizio, non alla fine, del mio impegno sulla scena mondiale. Paragonato ad altri giganti della storia che hanno ricevuto questo premio - da Martin Luther King a Nelson Mandela - i miei successi sono limitati. E vi sono sicuramente altre persone che meritavano più di me questo premio".
Il presidente Usa ha affermato che i regimi che violano le regole "devono pagare un prezzo concreto". Obama ha citato l'Iran e la Corea del Nord e il genocidio nel Darfur, gli stupri sistematici in Congo e la repressione in Birmania. "L'America non ha mai combattuto una guerra contro una democrazia - ha ricordato Obama - e i nostri amici più stretti sono tutti paesi che proteggono i diritti dei loro cittadini". L'inquilino della Casa Bianca ha detto che l'America sarà sempre al fianco di coloro che si battono per valori universali, come la leader della opposizione birmana Aung Sang Suu Kyi come "le centinaia di migliaia di persone che hanno marciato in silenzio nelle strade dell'Iran".
Nello stesso tempo Obama ha difeso la sua politica di tentare un dialogo con i regimi oppressivi: "Nessuno di loro seguirà nuove strade se non avrà la scelta di una porta aperta". Obama ha poi chiuso il suo discorso condannando l'estremismo religioso di ogni tipo - "che porta ad uccidere nel nome di Dio" - ed esaltando l'opera di leader della non-violenza come Gandhi e Martin Luther King: una strada, la loro, non sempre praticabile. "Ma la loro fede nel progresso umano deve restare la nostra bussola morale - ha detto - perché se perdiamo quella fede, definendola sciocca o naive, allora perderemo ciò che c'è di più bello nell'umanità: il nostro senso di possibilità e di speranza in un mondo migliore".

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?

Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.

Scoprite ogni settimana i nostri servizi più interessanti.

Iscrivitevi ora per ricevere gratuitamente i nostri migliori articoli nella vostra casella di posta elettronica.

La dichiarazione della SRG sulla protezione dei dati fornisce ulteriori informazioni sul trattamento dei dati.