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Obama e Cameron contro Putin: viola gli accordi su Ucraina

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 novembre 2014 - 20:21
(Keystone-ATS)

È stato il primo leader mondiale a lasciare il G20 in Australia, ancora prima del comunicato finale. Vladimir Putin se n'è andato così da uno dei vertici più tesi degli ultimi tempi in cui Barack Obama e David Cameron, sostenuti dagli alleati occidentali, hanno accusato il presidente russo di aver violato gli accordi di Minsk facendo entrare di nuovo truppe ed equipaggiamento militare russo nell'Ucraina dell'est. Per ora non sono previste nuove sanzioni ma in questo clima da Guerra Fredda tutto può accadere.

Come ha detto il premier britannico Cameron, "durante il G20 è arrivato un messaggio molto chiaro dall'Europa e dagli Usa alla Russia sul modo nel quale noi intendiamo affrontare la crisi ucraina nei prossimi mesi e nei prossimi anni". A partire dalla questione degli accordi di Minsk. Se la Russia continuerà a violarli, ha avvertito Obama, il suo isolamento "continuerà".

"La Russia ha l'opportunità di prendere una strada diversa per risolvere la crisi in Ucraina nel rispetto della sovranità e del diritto internazionale - ha aggiunto -. Se lo farà io sarò il primo a eliminare le sanzioni che obiettivamente hanno un effetto devastante sull'economia russa. Se continuerà a violare il diritto e gli accordi di Minsk, allora continuerà anche l'isolamento della Russia".

Si tratta di un'apertura di credito ma del tutto condizionata, come altre ne sono state fatte in passato, e che non hanno ottenuto i risultati sperati, spesso facendo il gioco diplomatico-militare del Cremlino. La stessa linea è emersa da un incontro Usa-Ue tutto dedicato all'Ucraina. Il risultato: si deve continuare a spingere per una soluzione politica che passi per l'applicazione dell'intesa di Minsk.

Dal canto suo lo 'zar' Putin ha mantenuto la solita calma. Almeno nelle dichiarazioni ufficiali, sembra essere stato per lui un vertice "dall'atmosfera costruttiva". "Effettivamente, alcuni dei nostri punti di vista non coincidono, ma le discussioni sono state complete, costruttive e molto utili", ha aggiunto.

Anche la sua uscita di scena con largo anticipo è stata minimizzata. Il viaggio è lungo e "preferisco arrivare a casa per poter dormire almeno 4-5 ore prima di tornare al lavoro lunedì". Insomma, una questione di sonno. Non se ne è andato però senza far sapere cosa pensa della situazione ucraina.

Il capo del Cremlino ha affermato che la decisione di Kiev di isolare economicamente l'est separatista e filorusso del Paese è un "grave errore". E di questo ora intende parlare con il presidente ucraino Petro Poroshenko.

All'inizio del vertice ben pochi si aspettavano aperture o un dialogo aperto fra Usa-Ue da un lato e Russia dall'altro. Secondo gli osservatori, la scelta da parte di Putin di lasciare in anticipo il G20 a Brisbane si può leggere come un nuovo strappo che potrebbe portare verso un ulteriore irrigidimento delle posizioni di Mosca. Tanto più se Putin dovesse ancora a lungo ritrovarsi in una posizione che proprio non ama, quella di 'paria' della comunità internazionale.

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