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Portogallo: in cambio del piano salvataggio in arrivo una stangata

(Keystone-ATS) Si vota fra un mese, il premier uscente secondo i sondaggi dovrebbe perdere e il capo dell’opposizione dovrebbe formare il nuovo governo, la campagna elettorale è già aperta e intanto il paese deve digerire una stangata senza precedenti imposta da Ue e Fmi in cambio del promesso piano di ‘salvataggio’ da 78 miliardi di euro.

È la situazione ad alto rischio politico che i dirigenti del Portogallo stanno cercando di gestire, tentando anche di non auto-condannarsi a un voto sanzione alle politiche anticipate del 5 giugno.

L’accordo sulle misure di austerità e di riforma che il paese dovrà impegnarsi ad applicare, raggiunto ieri fra il governo del premier socialista dimissionario José Socrates e la ‘troika’ formata da Commissione Ue, Bce e Fmi, sarà presentato ufficialmente domani, ma il contenuto del ‘Memorandum d’intesa’ è uscito già oggi sui siti dei giornali di Lisbona.

Prevede una cura da cavallo per un paese – già il più povero dell’Europa occidentale – messo in ginocchio dai tre giri di vite successivi imposti da un anno dal governo Socrates nel tentativo, fallito, di evitare appunto il salvataggio esterno, dopo quelli subiti da Grecia e Irlanda.

La stangata Ue-Fmi prevede un congelamento di salari e pensioni, tagli al pubblico impiego (-1% all’anno), a grandi opere (come il nuovo aeroporto di Lisbona o la Tav per Oporto), spesa per sanità e educazione, accelerazione delle privatizzazioni (anche della linea aerea Tap), aumento delle imposte, ricapitalizzazione delle banche, riduzione dei sussidi disoccupazione, riforma del mercato del lavoro.

Ci sarà una contrazione del Pil del 2% fino al 2012, quindi meno possibilità di creare impiego, in un paese che ha già un tasso di disoccupazione dell’11%. Ma la priorità imposta dalla ‘troika’ è un rientro ad ogni costo sotto la sbarra del 3% del deficit per il 2013, risparmiando 8,8 miliardi nei prossimi due anni, l’equivalente del 5,5% del Pil.

Prima di trasmettere il piano di accompagnamento ai ministri finanziari europei, che devono approvarlo il 17 maggio – ma c’è l’incognita Finlandia – Ue e Fmi esigono che venga ratificato anche dai due partiti del centrodestra, il Psd di Pedro Passos Coelho, cui i sondaggi promettono la vittoria alle elezioni del 5 giugno, e il Cds di Paulo Portas, che potrebbe diventare il suo alleato nel nuovo governo.

Questo per avere la certezza che quale che sia l’esito delle politiche, Lisbona manterrà gli impegni. Passos Coelho ha annunciato la sua risposta per domani. Ma già oggi ha garantito che “non lascerà il paese arrivare ad una situazione di bancarotta”.

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