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Progetto INSIEME, carenze nella vigilanza e nella gestione

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 novembre 2014 - 19:29
(Keystone-ATS)

Non si salva praticamente nessuno dal fallimento del progetto informatico INSIEME dell'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC), abbandonato nel 2012 dopo aver "bruciato" 115 milioni di franchi di soldi pubblici. Nel rapporto di quasi 400 pagine presentato oggi ai media, le commissioni delle finanze (CdF) e le commissioni della gestione (CdG) hanno riscontrato carenze nella gestione e nella vigilanza soprattutto ai vertici di allora dell'AFC, ma anche all'interno del Dipartimento federale delle finanze (DFF) e dello stesso Consiglio federale. Il documento formula anche 22 raccomandazioni cui il governo dovrà rispondere entro fine febbraio.

Il progetto INSIEME, con un costo preventivato di 71 milioni di franchi, era stato lanciato nel 2001. Il completo rinnovamento dell'informatica avrebbe dovuto semplificare il lavoro all'amministrazione delle imposte; inoltre avrebbe fornito ai contribuenti un accesso diretto, facile e trasparente ai servizi elettronici dell'AFC.

Il fallimento del progetto era costato il posto nel 2012 all'allora direttore dell'AFC, Urs Ursprung, reo di aver abbellito la situazione e violato disposizioni interne. A causa dello scandalo, anche il capo del servizio informatico ha dovuto fare le valige. Nei suoi confronti, l'inchiesta amministrativa ha portato alla luce numerose relazioni personali con ditte fornitrici.

Il rapporto non risparmia tuttavia nemmeno i consiglieri federali dell'epoca che si sono occupati di INSIEME: Kaspar Villiger (PLR), Hans-Rudolf Merz (PLR) e Eveline Widmer-Schlumpf (PBD). I vari responsabili del DFF non hanno insomma esercitato una vigilanza sufficiente, mancando anche di leadership.

Non solo il Consiglio federale ha ricevuto poche informazioni sul progetto, ma non si è nemmeno preoccupato più di tanto di richiederne, fa notare il rapporto. Solo nel giugno 2010, l'Esecutivo pretese da Merz un controllo rigoroso quale precondizione per ricevere ulteriori finanziamenti. Fu l'allora ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey a formulare la richiesta. uttavia, questo incarico venne eseguito in maniera lacunosa, senza che il Consiglio federale se ne accorgesse.

Nemmeno il Controllo federale delle finanze (CDF) si salva dalle critiche, anche se il rapporto riconosce che tale servizio non ha responsabilità per quanto accaduto. Il CDF, stando agli estensori del rapporto, avrebbe dovuto tuttavia sostenere in maniera adeguata le commissioni di vigilanza del parlamento (commissioni della gestione e delle finanze) e lo stesso Consiglio federale.

Il rapporto è stato approvato all'unanimità. Il Consiglio federale ha già adottato vari correttivi, specie per quanto riguarda l'aggiudicazione degli appalti e la gestione dei progetti.

Oltre a ciò, il documento ha formulato 22 raccomandazioni all'indirizzo del governo, cui si aggiunge una mozione e due postulati. In particolare, in caso di cambiamento della direzione del dipartimento, si consiglia che il passaggio di testimone garantisca la continuità delle attività.

Va migliorata anche l'archiviazione dei documenti. I commissari hanno purtroppo dovuto fare i conti con una situazione alquanto precaria a livello di "pezze d'appoggio", sia per l'assenza della stessa che per l'archiviazione approssimativa.

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