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Rapporto Brunetti: reazioni contrastate da partiti e associazioni

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 giugno 2013 - 19:47
(Keystone-ATS)

Il rapporto redatto dal professore Aymo Brunetti ha provocato reazioni contrastanti oggi tra i partiti. Per motivi diversi UDC e PS denunciano l'atteggiamento del governo. Il PPD trova il rapporto privo di visione e il PLR saluta la pazienza dimostrata dal Consiglio federale.

Per il presidente dell'UDC, Toni Brunner, il Consiglio federale ha "chiaramente ceduto allo scambio automatico d'informazioni", ha affermato all'ats. Finora, questa non è una norma internazionale. "Non vedo dunque perché il governo invii questo pericoloso segnale e indebolisca la sua posizione nei negoziati nei confronti dell'Unione europea (UE)", ha aggiunto.

Dal canto suo il PS denuncia una mancanza di coraggio del governo riguardo alle raccomandazioni del "rapporto Brunetti". Il documento è favorevole allo cambio automatico d'informazioni, ma il governo intende applicare questa strategia ad un numero limitato di paesi, criticano i socialisti.

"Il rapporto Brunetti è un testo di tecnocrati, difensivo", ha dichiarato all'ats il presidente del PPD Christophe Darbellay. A suo avviso una task force composta di professori, ma anche da banche e assicurazioni deve essere creata subito per seguire costantemente le evoluzioni della piazza finanziaria, ha aggiunto.

Il presidente del PLR, Philipp Müller, sostiene l'approccio del Consiglio federale che non si prodiga a fare regali all'UE, ma preferisce partecipare ai lavori dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). La Svizzera vi si deve impegnare per contrastare il doppio gioco di alcuni paesi e assicurarsi che tutte le piazze finanziarie siano sottoposte alle stesse regole.

Il PBD, il partito della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, condivide le conclusioni del governo. Il governo riconosce che lo scambio automatico delle informazioni dovrebbe diventare una norma internazionale e si dichiara pronto a collaborare al suo sviluppo in seno all'OCSE.

Un avviso condiviso dai Verdi, che chiedono il rispetto del diritto svizzero in materia di protezione dei dati. I paesi partner dovranno trattare le informazioni ricevute in modo confidenziale e in seguito distruggerle. Per i Verdi liberali, la Svizzera deve impegnarsi attivamente nei negoziati con l'OCSE, ma anche con l'UE per mettere a punto standard che permettano di assicurare la conformità della sua fiscalità e l'accesso ai mercati finanziari. L'essenza del segreto bancario deve essere preservata.

Per l'Associazione svizzera dei banchieri (ASB), uno scambio automatico di dati è pensabile se la Svizzera, in quanto stato terzo, ottiene un periodo transitorio che vada oltre il primo gennaio 2015. Inoltre l'ASB rivendica una regolarizzazione equa e stabile del passato e un accesso al mercato senza discriminazioni. Le banche intendono negoziare "in modo proattivo", soprattutto con l'UE.

I banchieri privati svizzeri accolgono con favore il rapporto Brunetti perché affronta i problemi cruciali dell'accesso al mercato senza dimenticare le questioni del passato. Infine, per economiesuisse è chiaro che la Svizzera non può sfuggire allo scambio automatico d'informazioni, che si profila come uno standard a livello internazionale.

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