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Sindacati chiedono fondo d'indennizzo per vittime amianto

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 - 16:31
(Keystone-ATS)

L'Unione sindacale svizzera giudica insufficiente la riforma adottata dal Consiglio Nazionale che mira ad allungare il termine di prescrizione per le vittime dell'amianto da 10 a 20 anni. L'USS chiede un fondo d'indennizzo a favore di quelle che non avrebbero più diritto legale a risarcimenti. Per raggiungere questo obiettivo la confederazione sindacale propone una "tavola rotonda", che riunisca gli ambienti interessati.

L'USS lancia un appello al Consiglio federale, ai cantoni e alla Suva a favore delle vittime dell'amianto, anche quelle future, ha detto oggi il suo presidente Paul Rechsteiner ai media a Berna: "La "catastrofe dell'amianto" non è ancora stata superata.

Il Nazionale ha stabilito che le persone che in passato hanno subito un danno, quali ad esempio i lavoratori esposti all'amianto, dispongano di un termine di prescrizione assoluto di 20 anni per chiedere un risarcimento alla giustizia, invece degli attuali 10. Il Consiglio federale proponeva 30 anni. Il Consiglio degli Stati deve ancora pronunciarsi.

Ma le malattie legate all'amianto, come ad esempio il cancro ai polmoni, si manifestano spesso solo 40 anni dopo l'esposizione a questa sostanza, secondo alcuni specialisti. Tenuto conto di questo tempo di latenza, il picco di tali malattie non è ancora stato raggiunto: dovrebbe essere tra il 2014 e il 2030. In totale, sono stati censiti finora in Svizzera 1703 decessi imputabili all'amianto.

La Suva prevede un migliaio di nuovi decessi, a condizione che non ci siano nuove esposizioni, e costi supplementari dell'ordine di miliardi di franchi. Sino alla fine del 2012 l'assicurazione nazionale contro gli infortuni ha versato più di 800 milioni di franchi in prestazioni alle vittime dell'amianto.

Ma diverse istanze di risarcimento rimangono senza risposta positiva, presentate soprattutto da indipendenti, parenti di salariati deceduti o inquilini. In questi casi sono versate solo le prestazioni di cassa malattia, dell'AVS/AI ed eventualmente della previdenza professionale. Sono soprattutto queste persone a soffrire di un termine di prescrizione troppo corto, ha sottolineato Luca Cirigliano, segretario centrale dell'USS. Questa chiede un termine di prescrizione "soggettivo" che tenga conto dell'inizio della manifestazione della malattia.

Il fondo di indennizzo, il cui funzionamento dovrà essere elaborato dalla "tavola rotonda", dovrà essere utilizzato per i casi in cui le vittime sono state danneggiate a causa di una legislazione troppo rigida, criticata anche dalla Corte europea dei diritti dell'uomo la primavera scorsa. La Commissione degli affari giuridici al Nazionale ha parallelamente presentato una richiesta per la creazione di un fondo, finanziato prima di tutto dalle imprese che hanno prodotto o venduto amianto.

La confederazione sindacale valuta che per il momento il peso dell'indennizzo delle vittime sia ripartito troppo iniquamente. Bisogna trovare una ripartizione più equa dei rischi tra i settori e sull'insieme degli assicurati, ha rilevato Vania Alleva, vicepresidente dell'USS.

A causa delle molte ristrutturazioni di edifici avvenute prima del divieto dell'amianto nel 1989 bisogna prevedere altre vittime nei prossimi anni. Ma la politica non sembra ancora essersene resa conto, secondo la confederazione sindacale. Quasi l'85% degli edifici costruiti prima del 1990 contiene asbesto, precisa.

"Vanno formati degli specialisti nell'analisi di edifici", ha dichiarato Vasco Pedrina, ex presidente dell'USS. Le richieste di autorizzazione a costruire non dovranno essere spedite se non è stata prima effettuata una ricerca d'amianto.

"Per il momento solo i cantoni romandi l'esigono insieme alle Città di Zurigo e Berna", ha precisato. Non è previsto niente inoltre al momento per i piccoli proprietari confrontati all'obbligo di smantellamento dell'amianto a loro spese, né per l'eliminazione di questo tipo di rifiuti.

L'USS chiede infine che la Svizzera si attivi sul piano internazionale per vietare l'asbesto: solo un quarto dei Paesi proibisce questo prodotto. Berna dovrà inoltre impedire, suggerisce la confederazione sindacale, che i Paesi che vietano l'amianto se ne sbarazzino esportandolo. L'esempio delle navi contenenti asbesto è noto: viene esportato in Asia dove viene smantellato senza precauzioni.

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