Siria: allarme antiterrorismo Ue, 500 europei con ribelli
Partono animati dall'idea di andare a fare la cosa giusta. Lo vuole l'islam. Liberare i fratelli dall'oppressione del presidente Bashar Al Assad. Le notizie delle atrocità, le immagini dei massacri delle forze governative sono la loro molla. Sono almeno 500 i combattenti-volontari partiti dall'Ue per la Siria dall'inizio del conflitto e "il numero preoccupa" soprattutto per le minacce legate al loro ritorno, dopo aver conosciuto la Jihad ed aver impugnato le armi. Lo rivela con dichiarazioni alla BBC e all'agenzia di stampa italiana Ansa il coordinatore antiterrorismo del club dei 27 Gilles de Kerchove.
Col crescere delle proporzioni, e all'indomani dell'attentato di Boston (uno dei due terroristi, quello ancora in vita, è cittadino americano) sale l'allerta: già nel prossimo consiglio di giugno i ministri dell'Interno dedicheranno un focus alla questione, "per decidere le misure che ogni stato membro potrà mettere in campo per affrontare le potenziali minacce" di azioni terroristiche legate ai rientri.
Secondo l'identikit tracciato da fonti Ue, nella maggior parte dei casi, i cosiddetti 'foreign fighters' sono giovani musulmani delle periferie, di seconda o terza generazione, che sposano la dottrina e l'ideologia jihadista a contatto con le forze combattenti locali.
"Non tutti entrano a far parte di al Qaeda, e solo una piccola quota potrebbe essere coinvolta in azioni terroristiche una volta tornati". Ma la "potenziale minaccia non è da sottovalutare", anche perché numerosi studi dimostrano come persone con addestramento o esperienza di combattimento all'estero abbiano avuto "un ruolo importante nelle trame terroristiche in Europa".