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Siria: Nasrallah difende intervento Hzbollah

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 maggio 2013 - 20:20
(Keystone-ATS)

A Qusayr, nel sud della Siria, continua ad infuriare la madre di tutte le battaglie della guerra civile fra forze governative, appoggiate dagli Hezbollah libanesi, e ribelli, in posizione sempre più difficile, mentre il contagio siriano si fa pericoloso per i paesi vicini.

Il capo del movimento sciita libanese Hassan Nasrallah non solo ha difeso l'intervento delle sue milizie a fianco di Assad ma ha promesso la "vittoria" finale nella guerra contro i ribelli. "Se la Siria cade in mano ai fanatici religiosi e agli Usa, Israele entrerà in Libano", ha spiegato, osservando come ormai la componente principale dell'opposizione siriana sia in mano agli integralisti.

Nel dichiarare un impegno ad oltranza delle sue milizie, Nasrallah ha accusato Stati Uniti e Israele di aver inviato in Siria migliaia di uomini, fomentando il conflitto. È di oggi una notizia del quotidiano francese 'Le Mondè, che stima ad almeno 200 i cittadini francesi impegnati con i guerriglieri anti-regime.

A Tripoli, nel nord del Libano, ci sono stati intanto nuovi scontri nella notte fra alawiti, sostenitori di Assad, e sunniti, schierati con i ribelli. I morti in sei giorni sono già 28. Anche in Iraq la violenza fra sunniti e sciiti infiammata dalla guerra civile siriana sta provocando allarme. Il pericolo di contagio non risparmia neanche la Turchia, dopo la strage di Reyhanli l'11 maggio (51 morti).

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