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Siria: una ventina di morti, accordo UE su embargo petrolio

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 settembre 2011 - 16:19
(Keystone-ATS)

La repressione del regime siriano contro le proteste odierne avrebbe già fatto una dozzina di morti, che vanno ad aggiungersi alle almeno sette vittime di ieri. Intanto l'Unione Eruopea concorda contro Damasco un nuovo pacchetto di sanzioni che, per la prima volta, impone l'embargo al petrolio siriano.

Decine di migliaia di persone sono tornate in strada oggi per il 27/mo venerdì consecutivo di proteste anti-regime in diverse località della Siria: nei sobborghi di Damasco, a Daraa (sud), Idlib (nord-ovest), Dayr az Zor e Albukamal (est), Hama e Homs (centro) e alla periferia di Aleppo (nord).

Secondo gli attivisti, le forze di sicurezza, le bande di lealisti armati e l'esercito sono impegnati massicciamente a disperdere i manifestanti, e aprono il fuoco sui cortei ad altezza d'uomo con pallottole vere. I civili uccisi sarebbero già almeno undici, solo nei sobborghi di Damasco (Hamuriya, Arbin), nella regione orientale di Dayr az Zor e in quella centrale di Homs. Sempre secondo fonti anti-regime, internet, elettricità e comunicazioni telefoniche sono interrotte nella regione di Hama e in quella di Daraa.

Intanto, in margine alla riunione informale dei ministri degli esteri dell'UE a Sopot (Polonia), fonti diplomatiche riferiscono che i 27 stati dell'Unione Eruopea sono d'accordo su nuovo pacchetto di sanzioni contro il regime di Damasco che, per la prima volta, impone l'embargo al petrolio siriano. Le nuove misure contro la Siria includono anche sanzioni contro quattro personalità legate al regime siriano e tre nuove entità che si aggiungono alla lista di 50 nomi contro i quali è già in vigore il congelamento dei beni e dei visti di ingresso nell'UE.

"Sulla Siria, stiamo agendo attraverso il rafforzamento della nostra pressione politica ed economica", ha detto l'alta rappresentante dell'UE Catherine Ashton. "Vogliano che la situazione si evolva".

A margine della conferenza internazionale di Parigi degli amici della Libia, anche la segretaria di Stato americana Hillary Clinton ha detto che, imponendo sanzioni su petrolio e gas, la comunità internazionale deve aumentare la pressione sul presidente siriano Bachar al Assad affinché lasci il potere. "La violenza deve finire - ha detto la Clinton - e lui se ne deve andare".

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