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Sostegno al Ticino su imposizione frontalieri

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 giugno 2011 - 19:10
(Keystone-ATS)

Occorre sostenere il Ticino in vista di una nuova regolamentazione dell'imposizione dei frontalieri. Con una mozione accolta all'unanimità, la Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio degli Stati invita il Consiglio federale a far pressione su Roma per risolvere il problema dell'imposizione dei frontalieri che lavorano in Ticino.

Occorre rinegoziare l'accordo di doppia imposizione con l'Italia, nell'intento di trovare una soluzione più favorevole al Ticino, rimediando in particolare all'assenza di reciprocità nell'ambito dell'imposizione dei frontalieri, si legge nel testo della mozione.

La commissione si è riunita a Lugano ieri e oggi sotto la presidenza di Dick Marty (PLR), in presenza della ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf e del capo del Dipartimento dell'economia Johann Schneider-Ammann. Stando a una nota dei servizi del parlamento, la commissione ha interrogato una delegazione composta della presidente del Consiglio di Stato Laura Sadis e dei granconsiglieri Saverio Lurati e Christian Vitta.

Consiglio di stato soddisfatto

Il Consiglio di Stato ticinese prende atto con soddisfazione della mozione approvata dalla Commissione degli degli Stati. In particolare la mozione chiede che nell'ambito della rinegoziazione della Convenzione contro la doppia imposizione fra Italia e Svizzera, di cui l'Accordo sull'imposizione dei frontalieri è parte integrante, si inserisca il principio di reciprocità, attualmente assente, si tenga conto dei cosiddetti "falsi frontalieri" e si ridefinisca l'ammontare della quota all'imposta alla fonte riversata ai Comuni italiani della fascia di frontiera.

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